Come spesso accade l’America, e New York soprattutto la fanno da maestri, non c’è crisi, congiuntura o problema che tenga, già a partire da metà novembre, ma soprattutto dopo il martedì che segue la festa del Ringraziamento, quando viene acceso l’albero simbolo della città, quello di Rockefeller Center, le vetrine si vestono a festa.
Non è solo Fao Schwarz, il tempio dei giocattoli made in USA a mettere l’alta uniforme, come il suo portiere e personal shopper che aiuta i clienti piccoli e grandi a fare acquisti tra le migliaia di proposte dello store multipiano; quasi tutti tra grandi firme, mall e grandi magazzini stupiscono i passanti con spettacolari vetrine.

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Il regista di Moulin Rouge Baz Luhrmann e la moglie Catherine, costumista, sono stati ingaggiati da Barney’s per creare “Baz Dazzled”, le vetrine animate da elfi contorsionisti, una pattinatrice sul ghiaccio cantanti lirici e un simpatico gufo che invita a festeggiare il Natale recitando il testo di Holiday uno dei pezzi di Madonna.
E’ ormai tradizione che le vetrine più fotografate siano quelle di Bergdorf & Goodman, ogni forma d’arte vi è rappresentata, dalla scultura alla letteratura, dalla poesia alla musica o alla fotografia: una lussuosa eleganza che nasce da una creatività senza precedenti.
Le vetrine di Tiffany, il gioielliere più famoso del mondo, quest’anno sono ispirate alla quotidianità dei newyorkesi rivisitata in art decò, taxi, alberi di Natale, Empire State Building ed una strizzata d’occhio al politically correct: la famiglia che arrostisce marsh mallow è formata da una coppia gay.

Harry Winston, dal canto suo, è diventato famoso come “King of Diamond” –re dei diamanti- e la sua boutique è una cascata di microscopiche lucine candide che ricordano il bagliore dei diamanti.
Baccarat ha posizionato un classico camino addobbato con attorno i suoi inconfondibili pacchetti rossi dal fiocco bianco, mentre la Vieille Russie che chiamare negoziio di antiquariato è riduttivo, ha scelto di fare scendere dall’alto delle palline colorate che ricordano le uova di Fabergè per cui la galleria è famosa.
Non abbiamo parlato di mostri sacri come Bloomingdale’s, Macy’s, Lord & Taylor, o Sack’s che certo non sono da meno, ma per apprezzarle davvero, la cosa migliore sarebbe un viaggio a New York, per quest’anno è tardi, ma potrebbe essere un’idea da chiedere a Babbo Natale …

Silvia GALLI

Photocredit Raffaella Cardinali

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