Mai non mollare mai, tieni duro e aspetta quel momento prima o poi”. E poi quel momento arriva. Dopo tante notti insonni a scrivere e cantare, a cercare gli arrangiamenti giusti, dopo giorni passati in ansia attendendo il verdetto di un provino, sperando sempre. E chi se ne importa se è andata male una volta. Andrà meglio la prossima.

E un giorno succede. Succede che quel palco, quello dell’Ariston, su cui sognavi di salire da bambino, ti premia. E non solo ti premia il palco, ma anche il pubblico che riconosce il tuo talento, si innamora della tua canzone e decide di acquistare il singolo prima e poi l’intero album. Quanti esempi di giovani cantanti che al loro debutto, emozionati e timorosi, sul palcoscenico dell’Ariston si sono ritrovati in un batter d’occhio catapultati nel mondo della musica che conta, osannati, amati e acclamati, onde poi essere da quello stesso mondo scaraventati nella polvere dell’oblio? Innumerevoli.

La fama, si sa, è molto pericolosa, ti può portare in alto nel giro di poco tempo, centrifugato dal vortice del successo, e ti può rispedire, con la stessa velocità, nell’anonimato da cui sei venuto. Purtroppo, questo è quello che accade a tanti (non a tutti per fortuna) giovani cantanti sanremesi, le cui canzoni diventano veri e propri tormentoni e i cui volti diventano amichevoli e noti solo per brevi lassi di tempo. Stiamo parlando delle fantomatiche meteore. E quando si parla di meteore sanremesi, ormai quasi immediato corre il pensiero verso i Jalisse, diventati tristemente metafora del famoso quarto d’ora di celebrità, che hanno trionfato a Sanremo nel 1997 con il brano Fiumi di Parole. Il duo, costituito da Fabio Ricci e Alessandra Drusian, è arrivato al Festival tra gli esordienti, onde poi, secondo il regolamento di quell’anno, entrare di diritto, e nonostante la reazione poco entusiastica dei media, a far parte, vincendola, della categoria dei Big. I Jalisse sono, forse, tra le più emblematiche vittime della maledizione della vittoria a Sanremo, dopo la quale sono stati inghiottiti dal nulla. “Sarebbe stato meglio arrivare ultimi” dirà poi la Drusian confermando la teoria sulla maledizione del Festival. Eppure Fabio e Alessandra (qualcuno insinua volutamente estromessi dai canali mediatici subito dopo la vittoria… ), che nel frattempo sono diventati una coppia anche nella vita, successo o non successo continuano a fare musica, portando avanti diversi progetti musicali.

Anche lei figlia dello stesso regolamento del Festival dei Jalisse, Annalisa Minetti, appena un anno dopo il duo, trionfa a Sanremo nel 1998 con il brano Senza te o con te. Affetta da un grave problema alla vista, alla sua proclamazione inattesa le malelingue malignarono che la sua vittoria era dovuta essenzialmente al suo problema di salute che aveva intenerito giudici e pubblico. Le illazioni dei pettegoli furono poi tra l’altro corroborate dalle scarsissime vendite del disco. Oggi, Annalisa ha accantonato la carriera musicale a favore di quella sportiva: la Minetti ha, infatti, ottenuto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra.

Non ha vinto il Festival ma è stato comunque osannato e proiettato tra i grandi della musica italiana nel giro di poco tempo, Alessandro Errico. Prima che i reality esistessero. Ancor prima dei talent. Quando Amici di Maria De Filippi trattava di problemi di giovani e non era ancora un cantantificio, c’era lui. Dopo l’esordio nel 1995 con il singolo Rose e Fiori, approda a Sanremo nel 1996 con il brano il Grido del Silenzio, arrivando undicesimo nella graduatoria finale dopo Carmen Consoli e Marina Rei. Successo di pubblico e di fan e ragazzine impazzite che lo osannavano come il novello James Dean, Alessandro, appena ventenne, finito inconsapevolmente nel tritacarni del mondo delle aziende discografiche, decide di abbandonare le scene e di ritirarsi in un lungo silenzio, dal quale è riemerso, qualche tempo fa fondando la band dei SoneTsenZ, e a fine 2013, lanciando un nuovo album.

Nella centrifuga dell’improvvisa fama sono finiti anche i Neri Per Caso che stupirono la platea sanremese cantando a cappella, ovvero senza accompagnamento strumentale, Le ragazze. Dopo il grande successo la loro carriera ha fatto passi indietro, nonostante l’uscita di altri album. Non si è più sentito parlare, invece, di Aleandro Baldi e Francesca Alotta che si presentarono insieme a Sanremo nella categoria Nuove Proposte con il brano, rimasto nella memoria storica di ogni italiano e che ha avuto all’epoca un successo planetario, Non amarmi.

Stessa sorte è toccata a Silvia Salemi che è approdata a Sanremo giovani con il brano Quando il cuore e ha spopolato nel 1997 con A casa di Luca, che le è valso il premio della critica. Dopo un periodo di successi e qualche album, la cantante siciliana ha scelto di mettere da parte il mondo della musica per dedicarsi interamente alla famiglia, fino al 2012 anno in cui è tornata sul palcoscenico musicale con il Silvia Salemi Tour 2012. Altra vittima di successo improvviso e fulminante è stato Alessandro Canino che aveva lanciato nel 1992 il tormentone Brutta. Di Canino si sono perse le tracce ormai da tempo, anche se il cantante toscano non ha mai abbandonato la carriera artistica tant’è che per questo Sanremo che ci apprestiamo a vivere ha presentato, in un insolito duetto con il sensitivo Solange, un brano che purtroppo non è riuscito a superare la dura selezione.

Pinella PETRONIO

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