L’imprenditore italiano da quando vive oltreoceano si è dedicato anche alla carriera di film-maker e produttore televisivo, quindi progetta e gira documentari per varie emittenti.

E il caso Versace attira sin da subito la sua attenzione, soprattutto a causa delle molte zone d’ombra che circondano la vicenda.

Forti, tramite Thomas Knott (che abitava nell’appartamento sotto il suo a Williams Island) e un altro tedesco amico di Knott, Siegfried Axtmann, riesce a prendere contatto con Thorsten Reineck e ad acquisire i diritti per usare la casa nell’ambito di inchieste giornalistiche.

Stipulato un accordo con Rai 3 e con la TV francese TF1, Forti realizza un documentario-inchiesta sul delitto di Gianni Versace, che andrà in onda su RAI 3 con il titolo “Il sorriso della Medusa” e parteciperà in esclusiva al programma della TV francese TF1 “Rouge et Noir” come ospite principale per discutere del caso Versace-Cunanan. In quella circostanza Forti manda in onda le immagini del filmato.

Ripercorrendo le tappe della vicenda però, anche il film-maker italiano si convince che ci sia qualcosa che non torna nella versione ufficiale della polizia americana: secondo Forti potrebbe non essere stato Cunanan a sparare a Versace. Inoltre, molti elementi fanno ipotizzare che il presunto assassino non si sia suicidato nella house-boat, ma sia stato ammazzato altrove almeno dieci ore prima e trasportato lì in seguito per farlo ritrovare e così chiudere il caso Versace una volta per tutte. E, soprattutto, nel più breve tempo possibile.

Quest’ipotesi viene avvalorata anche dal fatto che sulla scena del delitto ci sono pochissime tracce di sangue, mentre la Taurus calibro 40 con la quale Cunanan si è ammazzato (secondo la versione ufficiale), gli avrebbe dovuto disintegrare il cranio, facendo schizzare ovunque sangue e materia cerebrale. Ma il suo volto, così come la scatola cranica, sono integri come mostrano le foto del ritrovamento del cadavere di Cunanan messe a disposizione dalla polizia successivamente.

Tutti questi elementi portano Forti ad ipotizzare che forse la polizia di Miami Beach, attraverso alcuni elementi corrotti, ha volutamente coperto i veri responsabili della morte di Versace. Un’accusa gravissima, che certo non passerà inosservata al Dipartimento di Polizia di Miami Beach, una volta mandato in onda il documentario “Il sorriso della Medusa”.

Forti giunge a queste conclusioni dopo aver letto un “rapporto segreto” sui fatti e il referto medico relativo al sopralluogo medico legale effettuato sul cadavere di Cunanan, nel quale è scritto, tra l’altro, che il corpo appena ritrovato era già in avanzato rigor mortis, condizione che si verifica ed è apprezzabile dopo diverse ore dalla morte e non certo nella sua immediatezza.

Questi documenti vengono forniti a Forti, dietro lauta ricompensa, da Gary Schiaffo, il detective a capo della squadra investigativa di Miami che si era occupata del caso Cunanan. All’epoca del suo incontro con Forti, Gary Schiaffo era in procinto di andare in pensione. Schiaffo avrebbe dovuto procurare a Forti anche alcune foto del volto di Cunanan che mostravano le reali condizioni del viso del serial killer, ossia intatto nonostante l’uomo si fosse sparato un colpo con una Taurus calibro .40 in piena faccia secondo la versione resa da FBI e Dipartimento di Polizia di Miami Beach.

Il detective, però, non mantiene l’impegno preso, così parte dell’affare salta: in sostanza, senza le foto del viso di Cunanan, Forti non gli dà il totale della cifra pattuita e i rapporti tra i due inevitabilmente si incrinano.

Sfortunatamente poi, nel dicembre del 1997, la house-boat inspiegabilmente affonda e con essa anche la parentesi di Enrico Forti legata al giornalismo investigativo. Di lì ad un paio di mesi infatti l’imprenditore italiano verrà proiettato, suo malgrado, all’interno di un meccanismo giudiziario che non lo risparmierà.

Ma i dubbi sollevati dal coraggioso documentario di Forti sulla morte del presunto killer di Gianni Versace sono ancora tutti da sciogliere…

 

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi