Questa è una generazione di quarantenni bamboccioni: non vogliono prendersi delle responsabilità, non vogliono correre dei rischi, non vogliono abbandonare il nido.
Ma questa è anche la generazione di bambini manager che sembrano nati corredati di agendina elettronica, tali sono gli impegni che li tengono lontani da casa: bilinguismo dall’asilo, tennis, karate e nuoto, weekend sugli sci, lezioni di pianoforte e tutto quello che i genitori desideravano tanto fare da piccoli.
Nel mentre le mamme ritornano sempre più velocemente a lavorare, fanno turni più lunghi, hanno sempre meno tempo. Le nonne lavoreranno fino a data da destinarsi perché l’età della pensione è di là da venire. E i padri? Troppo impegnati in ufficio.
Per tutta questa serie di motivi i bambini di oggi crescono stressati, egoisti, teledipendenti ed insicuri.
La situazione ci è fin troppo chiara, perciò tutto lo stupore che ha scatenato la nota ditta di abbigliamento newyorkese Abercrombie & Fitch con la nuova linea di bikini imbottiti per bambine, è poco comprensibile e folle.
“Little Miss America”, programma di Sky che racconta vita, morte e miracoli di piccolissime modelle trascinate dalle madri sulle passerelle agghindate peggio di Lady Gaga, ha un numero indescrivibile di spettatrici (e ammiratrici). E in Italia non siamo da meno, visto che la partecipazione under 18 ai concorsi di bellezza è particolarmente alta.
La domanda che dovremmo farci è: perché mettere ad una bambina di dieci anni un push-up? Chi deve sedurre, ammaliare, stupire?
In un mondo che ci provoca spesso disgusto quando ci racconta le storie atroci di ragazzine violate ed uccise, non sarebbe meglio trattare le bambine da bambine? Lasciarle correre in spiaggia coi soli slip, al pari dei coetanei maschi, invece che forzare una differenza sessuale che fino alla pubertà è inconsistente?
La rabbia che la Chiesa scatena dicendo che “le donne provocano gli stupratori con il loro abbigliamento”, in ambito infantile può però essere veritiera: mentre le donne sanno gestire un corpo seducente, oltre a curarlo e mantenerlo tale, le giovanissime non conoscono la malizia e (per fortuna) sono all’oscuro dei lati più atroci e terrificanti del sesso. Questo ne fa prede perfette.
Mettere ad una bambina un reggiseno imbottito è un’arma a doppio taglio: la fa sembrare più grande e smaliziata agli occhi del mondo, mettendola in pericolo, e in questo modo le toglie la spensieratezza della giovane età, costringendola a crescere troppo velocemente e a scontrarsi precocemente con le caratteristiche del suo corpo (cosa già difficile nell’adolescenza, figuriamoci prima!).
Cosa potrebbero diventare i bambini che non hanno avuto l’opportunità di vivere appieno la propria infanzia, ma sono stati catapultati troppo in fretta nell’adolescenza (tra viaggi, trucchi, tacchi e motorini)? Rischiano di rimanere Peter Pan a vita, incapaci di pensarsi in maniera diversa e costruttiva.
Se vogliamo liberarci del macigno degli adulti-bambini, non costringiamo i bambini a diventare adulti troppo in fretta. Ad ogni età le proprie emozioni e responsabilità, in modo da farli crescere sani ed equilibrati, ma soprattutto sereni e sicuri di sé.
Forse quella di Abercrombie, dopotutto, è solo una provocazione: speriamo che serva!
Erika Pompili