Hysteria. Film scandalo o spaccato leggermente umoristico della storia della donna? Entrambe le cose stando a quello che ci sussurrano le anticipazioni. Parliamo di un movie il cui nome rende già l’idea di quale sia la malattia trattata, ma che è ben lontano dall’accennarci a quale sia la cura.
La regista, Tanya Wexler, ci travolge e quasi trascina nella città di Londra, durante la cupa e a tutti i costi perbenista età vittoriana: qui, due avvenenti medici (sono interpretati da Hugh Dancy e Jonathan Pryce) cercano una cura per porre rimedio all’isteria delle donne, vittime di incomprensibili sbalzi d’umore, irritabilità, crisi di pianto, nervosismo e insonnia.
Nessun cinema rosa alla vecchia maniera, insomma: Hysteria tratta della risoluzione di una patologia della quale non ci sarebbe, in fondo, niente di che parlare se non fosse che nel XIX secolo il gentil sesso era proprio ritenuto tale perchè privo di desiderio e appagamento sessuale. Una delle cure comunemente usate per quella “isteria”, infatti, era un massaggio nella zona pelvica che le portava all’orgasmo (a quei tempi non si pensava affatto che la stimolazione vaginale potesse in qualche modo avere a che vedere con il sesso).
Quale poteva essere l’alternativa ad una simile pratica se non la creazione di uno strumento elettrico atto proprio a simulare lo stesso massaggio e a scatenare la stessa reazione finendo dunque con il “guarire” della donna? Ebbene, se non ci siete arrivate, si, stiamo parlando proprio del vibratore!
Sembrerebbe una storia surreale, eppure, andando oltre alle trama e agli avvenimenti del film fu proprio così che sono andate le cose. Fu di fatto nel diciannovesimo secolo che i medici ovviarono al massaggio vaginale, per loro lento e faticoso, inventando questo oggetto che oltretutto apparve in diverse versioni. Venne venduto piuttosto comunemente e fortemente pubblicizzato, fino a quando, intorno al 1920, venne brevettato da una società americana che lo legò indissolubilmente alla pornografia rendendolo sconveniente per l’ormai ovvia dimostrazione dell’esistenza e della necessità di soddisfazione sessuale delle donne.
Il film, vi dicevamo, è attualmente in elaborazione ma siamo certi che non appena uscirà nelle sale farà incassi da box office. Non temete, però, nessun momento troppo erotico o pornografico: oltre a narrare con sagacia dell’invenzione del vibratore e accompagnare il tutto con una deliziosa storia d’amore (tra la bella Maggie Gyllenhhal e l’inventore dell’oggetto), Hysteria riporta l’attenzione sull’affermazione dell’identità sessuale della donna e alla sua posizione fondamentale (e non più passiva) in un rapporto sessuale, il tutto grazie al riconoscimento finale del vibratore come sex toys. Possiamo dire che fu allora che il sesso diventò veramente gentile?
Caterina Damiano