Filippo La Mantia, chef siciliano di fama internazionale, dal suo ristorante romano dispensa opinioni, consigli e tendenze gustose quanto le leccornie che lo hanno reso uno dei cuochi italiani più rinomati nel mondo.

Sostenibilità in cucina significa spendere poco. Il fatto che non si debba mettere pesantemente mano al portafoglio non vuol dire che non ci si possa nutrire bene e mangiare con gusto, anzi. Con tutto il rispetto per la cucina di lusso che utilizza delle materie prime di elevatissimo prestigio e costosissime – cosa che poi nei ristoranti stellati, a ragione fa alzare il prezzo del piatto – la cucina sostenibile fatta di pochissimi ingredienti, come quelli che utilizzavano le nostre nonne a casa, è altrettanto valida e gustosa.

Si può fare, ad esempio, un ottimo pranzo per 4 persone, spendendo appena 20 euro. Il segreto sta nell’imparare a  fare la spesa e nell’usare la fantasia. Basta andare dal fruttivendolo comprare una costa di sedano, un limone, basilico e capperi, frullare tutto insieme con dell’olio buono, per realizzare un pesto sensazionale con cui potere condire riso o pasta, spendendo davvero pochissimi soldi.

La cucina buona non è giocoforza una cucina costosa. Quella delle nostre mamme o delle nostre nonne, non era affatto dispendiosa, perché dovrebbe esserlo la nostra?

Spesso la gente erroneamente confronta i costi per realizzare un piatto cucinato a casa con quelli dello stesso piatto cucinato al ristorante. È assolutamente sbagliato farlo, perché attorno a quel piatto orbita il costo per il mantenimento del personale, dell’energia, dell’acqua, del servizio e molto altro. È ovvio che il piatto preparato a casa ha un costo molto inferiore rispetto a quello che si paga per mangiare al ristorante.

La cucina sostenibile, in questi tempi di crisi, potrebbe essere una giusta chiave di lettura del mondo del food.

 

Filippo La Mantia – chef del ristorante dello storico Hotel Majestic di via Veneto a Roma