Se a Natale ci si siede a tavola aspettandoci di trovare il solito menù di ogni anno perché legato alla tradizione di famiglia e a vecchi ricordi della nostra infanzia, a Capodanno le usanze non dipendono solo dagli affetti e dalle memorie di chi non c’è più, ma soprattutto dalla scaramanzia.

Con un anno tutto nuovo che sta per cominciare, e che si presenta davanti a noi come una pagina bianca ancora tutta da scrivere, i buoni propositi si sprecano ma si spera, per poterli mantenere e realizzare, che ad assisterci arrivi anche una dose abbondante di fortuna.

Se l’oroscopo non dice nulla di buono, perché non provare a sbugiardare i cieli astrali con qualche gesto beneaugurante?

Oltre ai baci sotto al vischio, ci sono altre tradizioni, legate questa volta alla gastronomia, che dovrebbero propiziare l’anno che sta per arrivare e far virare verso una navigazione serena.

Qualche esempio? Le lenticchie, da accompagnare a cotechino o zampone, o tutti e due, sono da sempre un evergreen irrinunciabile perché, ormai si sa, portano soldi. La loro forma, infatti, ricorda tanto le monete e, quindi, sembra che più se ne mangino, più le nostre tasche siano destinate a riempirsi! Se si festeggia in casa, invitando parenti ed amici, perché non salutarli con un sacchettino personalizzato di lenticchie? Sicuramente sarà gradito.

Ma non solo di lenticchie si vive, quindi ecco qualche altra tradizione portafortuna: il melograno, frutto bistrattato e snobbato dai più, pare sia da sempre, fin dall’antico Egitto, un simbolo di fortuna e fertilità, perché costituito da chicchi numerosi e difficili da contare. Le donne greche, prima di sposarsi, ne mangiavano in quantità, sperando portassero loro tanta fecondità.
Se proprio non piace il gusto, perché non decorare la tavola con qualche chicco sparso qua e là? Il colore e la consistenza li fanno assomigliare a pietre preziose, che abbelliranno ancora di più la tavolata imbandita.

Sempre di chicchi si parla, ma questa volta degli acini d’uva, per augurare a tutti, anche a noi stessi tanta prosperità.
Dunque, dopo aver gustato antipasto, primo e secondo, e in attesa di brindare a mezzanotte, conviene servire ai commensali tanti grappoli d’uva perché sembra che tutti i frutti composti da chicchi o comunque elementi difficili da contare portino buon auspicio, tentare non nuoce!

Dalle Filippine arriva un’usanza divertente, ma forse difficile da praticare in Italia, almeno in questo periodo dell’anno. Durante la notte di Capodanno, infatti, pare che sia beneaugurante consumare dodici tipi di frutta diversi, uno per ogni mese dell’anno, ma che sia di forma rotonda. Si apre dunque ora la caccia ai frutti da mangiare e da offrire questa sera, da gustare esprimendo nel proprio cuore un desiderio per il 2016.

E, in ogni caso, buon anno!

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Vera MORETTI