Castelluccio dei Sauri, Foggia, 14 marzo 1998.

Nadia Roccia, una ragazza di appena 19 anni, viene assassinata da due sue coetanee, Anna Maria Botticelli e Mariena Sica, sino a quel giorno due amiche inseparabili della vittima.

Le due poi inscenano il suicidio di Nadia arrivando persino a confezionare una lettera d’addio da parte di quest’ultima. Dopo una prima fase di totale sconcerto sulle reali motivazioni che hanno spinto le due ragazze ad eliminare l’amica, complici anche tutta una serie di dichiarazioni false rilasciate da Anna Maria Botticelli, l’ideatrice del piano criminale, a distanza di tempo sembra emergere il quadro di sentimenti che ha spinto le due ragazze verso la decisione di uccidere l’amica, dopo svariati tentativi precedenti di assassinarla.

Sono proprio le parole della Botticelli a fare chiarezza sulla vicenda: «Nadia ci aveva promesso che avremmo realizzato il desiderio di andare a vivere in America, perché lì abitava uno zio sul quale potevamo contare. Ma ho pensato che, se lei sbeffeggiava il nostro desiderio di evasione, non era leale e doveva essere eliminata. Abbiamo provato altre volte a ucciderla, ma senza riuscirci, forse perché in realtà non volevamo arrivare a tanto. Davanti alla Oviesse di Foggia, vicino al tribunale, ci sono delle panchine e, sedute lì, abbiamo provato a far bere una Coca-Cola avvelenata a Nadia. Ma lei s’è rifiutata. Quel sabato dovevamo terminare una tesina e fu proprio Nadia a dirmi che voleva venire a studiare a casa mia. E così io, con la scusa che ci avrebbe aiutate, suggerii di far partecipare anche Mariena. Con Nadia sono tornata da Foggia sull’autobus delle 13.30 e poi alle 14 sono andata a prendere la mia amica che tornava con la corsa successiva e le ho spiegato il progetto: È tuo padre che ci chiede di attuare il piano – le ho detto – ma lei m’ha dato l’impressione di essere molto combattuta».

La Botticelli continua nella ricostruzione dei fatti di quel maledetto pomeriggio del 1998: “Nadia arriva a casa mia verso le 16.30 e le dico che studieremo in garage. Mariena bussa verso le 17, cosi come le avevo detto di fare, e mia madre le conferma che io e Nadia siamo in garage. Quando vado ad aprire la porta le faccio un cenno di intesa perché sono soddisfatta di come si sta comportando”.
Il piano è abbastanza semplice.

 

Continua martedì

Roberta BRUZZONE – criminologa e psicologa forense Presidente dell’Accademia Scienze Forensi