Non bastano i numeri però a dare ragione al nutrizionista di origini italiane, anzi. Secondo uno studio, appena reso noto dalla rivista scientifica Plos One, la dieta dei gruppi sanguigni non sarebbe attendibile a livello scientifico.

Dei ricercatori canadesi hanno analizzato 1455 persone facendo attenzione alla loro dieta e attribuendo una serie di punti sulla base dell’aderenza o meno alla dieta del gruppo sanguigno di appartenenza.  Coloro la cui dieta fosse stata diversa dal regime alimentare del gruppo sanguigno, secondo la teoria di D’Adamo, avrebbe dovuto avere i valori ‘sballati’ ed essere quindi a rischio. Non è risultato proprio così…

La dieta in base al codice genetico non ha dato i suoi frutti e i detrattori, hanno avuto i dati alla mano per dimostrare il loro scetticismo. Il metodo messo a punto da Peter D’Adamo si sviluppa abbinando ad ogni diverso gruppo sanguigno una corrispondente glicoproteina nelle cellule che renderebbero più “digeribili” alcuni cibi, portando a ridurre il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Questo diktat però non è riscontrabile nella realtà, ci sono delle persone ‘predisposte geneticamente’ ad ammalarsi di alcune malattie ma è non è detto che si ammalino poi nella realtà.

Niente da fare dunque, anche questa ‘dieta miracolosa’ non è il segreto per la forma fisica. Ma non è che il segreto sarà mangiare molta verdura e frutta e fare molto sport?

MaZ

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