Capitano volte in cui, sulla scrivania di noi architetti, arrivi la planimetria di un appartamento in fase di realizzazione così come ideato dal costruttore, e che ci venga chiesto di verificarne le qualità. Purtroppo, il più delle volte si riesce a osservare facilmente che il progetto presenta requisiti tristemente standard e che (addirittura!) dotazioni minime per la vivibilità siano assenti. Un po’ come se il loro ideatore sia stato consapevole della poca attenzione che la gente è in grado di riporre sulle reali qualità di uno spazio.

In effetti, l’errore che spesso le persone compiono è quello di soffermarsi poco sulle reali caratteristiche dell’abitazione e sulle proprie esigenze, limitandosi semplicemente a osservare la casa come fosse un contenitore, controllando solo il numero delle stanze o anche solo quello dei letti. In questo modo, però, l’unica cosa che riescono a verificare è che l’abitazione possa riuscire a contenere più che a “ospitare” tutti i componenti della famiglia, ed è così che ci si comincia ad intrappolare in uno spazio non idoneo alle proprie esigenze. La causa, spesso, non è la mancanza di spazio bensì la pessima ottimizzazione.

Un’analisi corretta di un’abitazione, se decidete all’italiana di fare da soli, dovrà essere molto attenta a tutti gli attori che ne interverranno, ovvero in maniera maniacale bisognerà contare e misurare ogni elemento.

In un certo senso, il mio consiglio è quello di creare un vero e proprio elenco di tutto ciò che la “scatola casa” dovrà contenere, comprendendo abitudini e oggetti di tutti i componenti familiari.

Fatto questo, bisognerà cercare di visualizzare, come in un quadro, la giornata-tipo di tutti i componenti e verificare che ogni individuo possa svolgere le proprie attività senza compromettere quelle degli altri.

Se questo è verificabile, il più delle volte significa che gli spazi sono stati ben ottimizzati.

Quindi, cercando di rispondere in maniera abbastanza esaustiva e semplice al quesito iniziale molto articolato e complesso, ottimizzare lo spazio significa quantificare gli elementi che lo costituiscono in modo che la gente possa risolvere problematiche semplici come tornare a casa e avere dove riporre la spesa, lavare i panni e avere un luogo dove stendere senza che la casa sembri un accampamento, amare farsi la doccia e poterlo fare in un bagno che non sembri una cellula spaziale, studiare avendo a disposizione una scrivania ben illuminata, avere un mobile dove riporre una collezione valorizzandone il contenuto.

Avere un spazio ben ottimizzato, però, può anche semplicemente essere avere la possibilità di riporre tutti i propri vestiti in maniera idonea negli armadi, ospitare tutta la famiglia comodamente a tavola o sul divano possibilmente, valutando la possibilità di Vittorio-Siracusa-architettoavere ospiti.

Il mio consiglio, quindi, è che le persone capiscano che comprare e “fare” casa è una scelta importantissima e complessa oltre che onerosa. Quindi, fatelo lasciandovi aiutare oppure analizzando tutto in maniera molto scrupolosa. … A tutto questo sommate sempre l’estetica.

Architetto Vittorio Siracusa, designer d’interni

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