Francesca LiberatoreFrancesca Liberatore: donna in carriera. Facciamo un excursus rapido: ieri, oggi, e il domani
Tutto ha inizio dal mio ingresso alla Central Saint Martins di Londra, dove ho frequentato il Corso di Fashion Womanswerar, e da una grandissimo divertimento nel disegnare abiti.
Oggi ho la possibilità di sfilare ufficialmente con il mio nome nel calendario di Milano Moda Donna per la settima volta, supportata da grandi partnership e da Camera Nazionale della Moda Italiana.
Inoltre ho la possibilità di girare il mondo grazie al mio lavoro interfacciandomi con gusti e realtà diverse, sia come stilista del mio marchio, grazie agli inviti nelle varie fashion week in location presigiosissime come Kiev, Berlino, San Pietroburgo, sia come stilista per i vari marchi e collaborazioni come per Nafa e Guifuren in Cina a Guangzou, Beijin, Harbin, per Saga a Copenaghen, e infine come docente nelle università di Amman in Giordani e Ho Chi Minh e Hanoi in Vietnam oltre che a Milano nell’Accademia Belle Arti di Brera e allo IED.
Domani direttrice artistica di un grande marchio.

Sotto la sua direzione artistica non ci sarà una svolta un po’ italiana?
Il mio background viene messo al servizio del prestigioso locale parigino che incarna l’incanto e l’assoluta bellezza della donna mantenendo però un DNA francese e affascinante.

E dunque, per lei “intimo e seduzione” è più corsetto e guepierre o una camicia da notte di raso?
Nessuno dei due in particolare. La cosa più importante è sentirsi seducente e trasmetterlo!

I colori restano il rosso e il nero o introdurrebbe delle novità?
Nero in primis ma il color carne sono la seconda scelta. Fondamentale, però, non è il colore ma la texture: amo morbidezza e trasparenza.

Dobbiamo per forza tutte emulare le mosse del Moulin Rouge o ha un segreto particolare da regalarci?
Il Moulin Rouge ci insegna che la vera sensualità è espressa attraverso il movimento e la bellezza e fierezza del corpo femminile. La lingerie viene dopo.

Paola PERFETTI

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