Christian Dior è il sogno, Christian Dior è la bellezza. Christian Dior è la magnificenza di una sala da ballo e la risata di una donna avvolta in una nuvola di profumo che incanta tutti con la sua risata. Christian Dior è la femminilità di una gonna a corolla, ampia e resa vaporosa da una nuvola di tulle. Christian Dior è un vita da vespa e un paio di guanti lunghi. Christian Dior è “una fragranza che sa d’amore” come Miss Dior. Christian Dior è stata la speranza che dopo le brutture della guerra si potesse ancora sognare, si potesse ancora ballare, peccare di leggerezza, ridere e sentirsi desiderabili in abiti bellissimi che mettevano in luce la femminilità di una donna.

Sono passati 70 anni da quando Monsieur Christian Dior fece urlare al miracolo tutto il mondo con una nuova idea di moda e femminilità, facendo sfilare il 17 febbraio del 1947, nel primissimo dopoguerra, una collezione che riportava in auge l’uso del corsetto, stigmatizzato da Coco Chanel, gonne e abiti vaporosi (per fare una gonna occorreva ben 15 metri di tessuto, 25, invece, per un vestito) spalle stondate e morbide, lunghi guanti e tacchi alti. “A new look“, così lo definì l’allora direttrice di Harper’s BazaarCarmel Snow.

Oggi per celebrare l’importante compleanno di una maison che ha ribaltato le regole della moda dell’epoca e ancora oggi continua a dettarle, è stata allestita al Musée Les Arts Décoratifs di Parigi, grazie anche alla forte spinta di Maria Grazia Chiuri, direttore creativo del brand, prima donna in una tradizione di soli uomini, la mostra Christian Dior, Designer of dreams. Inaugurata lo scorso 5 luglio e visitabile fino al 7 gennaio 2018, questa retrospettiva nata da un’idea Nathalie Crinière e curata da Florence Müller e Olivier Gabet racconta in 3000 metri quadrati i 70 anni di storia della maison, attraverso 300 pezzi storici, documenti legati alla sua storia e alla vita del couturier, oltre a bozzetti, accessori, borse, scarpe, boccette di profumo che hanno fatto la storia (fra tutti Miss Dior – il primo nato – e J’Ador), ma anche fotografie, lettere, pubblicità e pezzi d’arte, elementi importantissimi per entrare a pieno nel mondo Dior,

Christian Dior, Designer of dreams si articola in tre macro arie. La prima parte da una breve storia di Dior, dalla sua infanzia felice in Normandia a Granville, passando per la sua profonda passione per l’arte, di cui era esperto conoscitore, fino ad arrivare all’ingresso nel mondo dell’haute couture. In questa area è possibile ammirare mobili, sculture e oggetti d’arte, fotografie di William Klein, Man Ray, Peter Lindbergh, Henri Cartier-Bresson oltre a quadri di grandi pittori come Claude Monet. Eleganza, passione per l’elemento decorativo neoclassico, per i fiori e per i motivi floreali, insomma tutte le tematiche care al mondo di Dior sono racchiuse in questa prima area.

Sei stanze, ciascuna per ognuno dei designer che si sono susseguiti alla direzione creativa del brand, dopo la morte nel 1957 di Christian Dior, costituiscono la seconda area della mostra. Attraverso le creazioni di Yves Saint Laurent (1957-1960), Marc Bohan (1960-1986), Gianfranco Ferré (1987-1997), John Galliano (1997-2011), Raf Simons (2012-2015) e Maria Grazia Chiuri, attuale direttore creativo, e grazie alla loro personale inclinazione, si riesce a tratteggiare il contributo di ciascuno all’evoluzione della storia della maison.

Si chiude in bellezza (è proprio il caso di dirlo) con l’ultima area della retrospettiva: un magnifico salone da ballo che rievoca la sala degli specchi di Versailles, dove sono racchiuse le creazioni haute couture della maison, tra cui quelli indossati da Grace di Monaco, dalla principessa Diana, da Charlize Theron, da Elizabeth Taylor e Jennifer Lawrence, insieme ad altri abiti mai visti prima e altrettanto straordinari.

 

Pinella PETRONIO