Ammettiamolo. Qui non si tratta solo di prova costume. Si tratta di problema bikini. Per quanto ci stiamo attente, per quanto proviamo a mangiare sano e a fare sport per arrivare in forma all’estate, ogni qualvolta una cosiddetta donna “normale” – quanto è brutto questo aggettivo riferito ad una donna – varca la soglia di un negozio di costumi, proviamo nell’immediato istante un senso di frustrazione ed inadeguatezza. Tanga microscopici, laccetti sui fianchi, vita bassissima, che copre appena le parti intime, e mutandine brasiliane. Nessuna altra alternativa, se non il costume di nonna Belarda. In un attimo quella sicurezza acquistata, dopo avere perso qualche kg, se ne vola via insieme alla nostra autostima.

Se ne va, soprattutto, quando scegliamo un bikini che abbia quanto meno una parvenza di mutandina, e lo proviamo all’interno di quegli impietosi camerini, le cui luci mettono in risalto anche la cellulilte che ci verrà tra sei mesi.

Diciamoci la verità, non abbiamo il fisico di Giselle Bundchen, quello di Chiara Nasti o di qualsiasi altra influencer il dio del web abbia mandato in terra, ma abbiamo dei fisici che chiunque definirebbe “normali”. Abbiamo delle rotondità, per carità, abbiamo degli spigoli, certo. C’è chi ha un fisico a mela, chi a pera, chi a forma di qualsivoglia frutto vi venga in mente. Chi ha un sedere o un seno prosperoso, chi dei fianchi generosi, chi non ha seno, chi ha appena partorito, chi sta allattando, c’è ancora chi, invece, di fianchi e seno non ne ha proprio. Ma siamo donne normali. E entrare in un camerino di molti – troppi – negozi di costumi da mare, scegliendo in mezzo alla gamma di bikini che ci vengono proposti, ci fa sentire inadeguate, non all’altezza. Benché nessuna possa effettivamente essere definita in sovrappeso o sottopeso. Semplicemente, la proposta non rispecchia le reali esigenze dei fisici delle donne normali.

Certo, è vero, esistono dei costumi, come quelli proposti da Decathlon, che ci propongono bikini, in base alle esigenze del nostro corpo. Ma è pur vero che noi donne normali – e vogliamo metterci dentro il 90% della popolazione femminile – vorremmo avere la possibilità di scegliere. Di decidere quale stampa, quale colore o quale brand indossare, senza doverci sentire mai, per nessun motivo, in difetto. Il nostro vuole essere un appello. Dalla prossima estate in poi, riuscireste, di grazia, a realizzare bikini cercando di assecondare le esigenze – e le età – di tutte? È così difficile pensare per un attimo che la maggior parte delle donne che compra non ha il sedere di Belén Rodriguez? Vi ringraziamo già anticipatamente per i soldi di analisi che eviterete di farci spendere. Ah, per inciso, forse fareste bene a cambiare gli specchi e le luci dei camerini. Dovreste incentivare a comprare. Non demotivare.

 

Pinella PETRONIO