Se in una serata durata mille mila ore si fa fatica a trovare anche solo una mise che ci ha fatto innamorare, significa che i look della terza serata di Sanremo 2020 sono stati, per essere politically correct, non particolarmente eclatanti. La verità è che se da una parte andiamo cercando novità e originalità, dall’altra sentiamo sempre e comunque il bisogno di vedere abiti da sogno (raffinati, elegantissimi ma con quel tocco di modernità: leggi alla voce Rula Jebreal madrina della prima serata in Giorgio Armani) e smoking.

Look della terza serata, l’ironia e l’irriverenza

A meno che l’originalità non sia quella in grado di far scaturire stupore, come quella di Achille Lauro in Gucci che in duetto con Annalisa, dopo essersi prodotto in una performance direttamente tratta direttamente dall’agiografia, ha voluto rendere omaggio allo Ziggy Stardust di David Bowie. O quella in grado di strapparti un sorriso, per quanto strampalata possa essere, come nel caso di Francesco Gabbani con indosso una tuta – quest’anno pare vadano per la maggiore sul palcoscenico dell’Ariston – da astronauta corredata dalla bandiera italiana come accessorio cult.

I look delle madrine

Tra i look della terza serata di Sanremo, non hanno convinto in primis gli abiti delle madrine. No secco al primo look di Alketa Vejsiu, non tanto per l’abito in sé quanto forse perché il rosa shocking con il capello lungo e il rossetto baby pink lucido assicura l’effetto Barbie Magia delle feste. E se per il primo abito, la star della TV albanese ha voluto affidarsi a designer italiani (Dolce&Gabbana), per il secondo look ha scelto un giovane artista kosovaro, Valdrin Sahiti, che per lei ha pensato ad un abito dalla silhouette a sirena con scollo off-the-shoulders. A bocca aperta ci ha lasciati invece, Georgina Rodriguez. Non per gli abiti scelti che sembrano l’uno la fotocopia dell’altro, quanto per la sua statuaria bellezza e per la capacità di non prendersi troppo sul serio, pur non parlando una parola di italiano.

Look della terza serata, i nostri preferiti

Ora, dopo avere fatto doverose premesse, tra i look della terza serata che abbiamo trovato gradevoli possiamo annoverare in ordine sparso: il tailleur giacca pantalone rosso geranio con crop top in paillettes color ciclamino (bella l’accoppiata cromatica, bello il gioco di volumi tra blazer doppio petto over e pantaloni affusolati) di Francesca Michielin. Lo smoking di Myss Keta rigorosamente indossato senza reggiseno perfetto mix tra eleganza androgina e sensualità femminile. Il bell’abito nero con la giusta dose di scintillio di Gaia Girace (quella veramente geniale tra le due amiche di Elena Ferrante), firmato da Philosophy così come quello di Margherita Mazzucco. E, per finire, Elodie in Versace che con le spalline sotto alla camicia, che ci ricorda un’Anna Oxa d’antan.

Worst dressed

Il resto è tutto un grosso punto interrogativo. Il groviglio di fili sulla spalla della cantante di La Rappresentante di Lista, che come ha giustamente notato qualcuno sul web tanto ricorda il groviglio delle cuffiette dell’iPhone quando le tiriamo fuori dalla borsa. Le sneakers che Giordana Angi, in Dolce&Gabbana, si ostina ad indossare. Il corpetto bondage che sbucava dal tailleur di Annalisa. Il pigiama di Irene Grandi. L’abito di Elettra Lamborghini che sembra uscito da una puntata de Il boss delle cerimonie. E ci feriamo qui, perché di infierire non ci sembra il caso.

Fuori concorso

Menzione a parte meritano Ornella Vanoni che, come Achille Lauro, se ne frega e si presenta in jeans, Nina Zilli che sfodera un completo Moschino sicuramente non da palcoscenico di Sanremo ma decisamente divertente, e i I pinguini tattici nucleari in abiti sorbetto di Dolce&Gabbana.

 

Pinella PETRONIO

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