Love. Amore. Vagheggiato e sognato. Cantato dai poeti. Love. Amore. Motore del mondo. Che muove il sole e l’altre stelle. Love. Amore. Di cui tanto parliamo e che sempre rincorriamo. Anche in questi tempi che sembrano caratterizzati dall’odio. Ed è forse proprio per questo che Camilla Falsini, fra le più importanti illustratrici italiane, ha deciso di celebrarlo con una progetto, per Fidenza Village in collaborazione con Miart, che prevede una spettacolare serie di installazioni artistiche che partono dal centro di Milano e arrivano fino a Fidenza Village da marzo per tutta e per tutta l’estate.

Un progetto che celebra l’amore attraverso l’uso sapiente di simboli e colori, stampati anche su foulard – una capsule collection realizzata in collaborazione con Kreativehouse – per portarlo sempre con noi. Perché, questo amore, non lo perdiamo mai di vista. Anche e soprattutto in questo Medioevo di odio e intolleranza.

L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato di più sul suo progetto, sul suo personale concetto d’amore e sulla sua coloratissima arte.

Da dove nasce l’esigenza di incentrare il progetto in collaborazione con Fidenza Village e Miart, sull’amore?
L’amore è sicuramente un concetto di cui sentiamo parlare continuamente, ma questa sovrabbondanza della parola “amore” non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti. Anzi, purtroppo il nostro tempo è caratterizzato più dall’odio, e dall’ostentazione compiaciuta di questo odio. Per cui ho trovato molto bello il poter incentrare un progetto così corposo e importante sulla parola LOVE (che è in fondo la versione universalmente comprensibile della parola “amore”). E per lo stesso motivo ho voluto porre l’accento sui significati molteplici di questo concetto, visto che viviamo in tempi in cui c’è la tendenza a semplificare i sentimenti, a non accogliere ciò che non corrisponde a una nostra visione, e a tracciare dei confini tra ciò che va bene (secondo una determinata morale) e ciò che non va bene.

Vedremo le tue installazioni a tema amore dal centro di Milano fino al Fidenza Village. Quale effetto speri abbiano su chi avrà modo di vederle?
Esattamente quello di riflettere sulle cose di cui ho appena parlato. Spero che il trovarsi davanti, ad esempio, una grande scritta/scultura in cui le 4 lettere della parola LOVE sono ricoperte di diverse fantasie, e di molti colori, porti un pochino le persone a pensare che non si può ridurre un sentimento ad una bandiera o ad un solo colore, ma che invece sia molto più interessante la complessità e che le differenze siano un valore e una ricchezza.

Ci racconti quali simboli hai scelto per rappresentare l’amore nelle tue opere e perché?
Alcuni simboli sono tratti da rappresentazioni delle divinità dell’amore create dall’essere umano attraverso i secoli, altri sono stati creati da me. Ho rappresentato 3 figure un po’ enigmatiche legate a 3 diversi livelli: l’amore per il tutto, il cosmo, il mistero e la scoperta; l’amore per il mondo vivente nella sua interezza; l’amore per noi stessi. Il primo, il più femminile, è l’unico dei 3 con il volto parzialmente mascherato, a voler rappresentare il mistero che ci spinge verso la conoscenza. Come elementi cosmici ha stelle ma anche due soli, rappresentati come nell’iconografia egizia. Ne ho messi due per simboleggiare la molteplicità dei mondi possibili e un relativismo che non ci vede come unici e al centro dell’universo. Il secondo si richiama alle divinità belle e terribili degli Aztechi, è l’amore per la natura, per il mondo vivente. Ma le orecchie da coniglio sono un mio omaggio ad una divinità cinese poco conosciuta, una sorta di protettore degli amori sfortunati e dell’amore omosessuale. L’ultimo usa un fiore che viene nutrito dall’acqua e da un arcobaleno generato dal personaggio stesso, che ha sembianze di un diamante/prisma che assorbe la luce e genera bellezza. È l’amore come cura per noi stessi, rispetto di ciò che siamo nel profondo.

Come mai, tra tutti i capi e accessori, possibili la scelta di rappresentare l’amore è ricaduta sul foulard?
Un foulard è sicuramente l’accessorio che più ricorda una tela, è essenziale (un quadrato), è praticamente a due dimensioni mentre quando si indossa è multiforme e versatile.

Quanto è importante l’uso del colore nella tua arte?
Moltissimo. Uso pochi elementi e le linee sono essenziali, ma sul colore cerco di esagerare, provo a fare accostamenti in cui ci sono solo colori forti e puri, non amo i colori pastello. Per i 3 personaggi, ho cercato di creare una corrispondenza tra l’essenza di ognuno dei 3 e le palette scelte, pur mantenendo un’armonia cromatica nell’intero progetto.

Pensi che la moda sia soltanto una fiorente industria, una macchina da guerra per fare soldi, o credi abbia anche a che fare in qualche modo con l’arte?
Credo dipenda molto dei settori, ma ovviamente la moda ha a che fare con l’arte da sempre. A volte può sembrare un po’ sconnessa dalla realtà ma mi diverte soprattutto quando riesce a essere surreale e ironica.

Cos’è l’amore per Camilla?
Un sentimento complesso, ma che nasce dalla natura (la sopravvivenza della specie). E questo di per sé sarebbe già bellissimo. Chissà perché però a noi umani non basta, e ci piace pensare all’amore come a qualcosa di metafisico. Forse per sentirci meno animali degli altri animali.

 

Pinella PETRONIO