Ci pensano mesi e mesi prima, le fashioniste, a cosa devono indossare in occasione della Fashion Week. Cominciano a fare abbinamenti di scarpe, accessori, abiti e borse. Scelgono con cura maniacale il dettaglio, studiandosi allo specchio “per-vedere-l’effetto-che-fa“. Ormai non ve lo diciamo più che il motivo per cui lo fanno è essere fotografate – vi diremmo un’ovvietà e non vogliamo -, tant’è che non scelgono un outfit bello in sé e per sé, ma cercano un look teatrale, scenico, circense. Così da avere la certezza di finire su qualche blog importante. Poco importa se ne parlano male. L’importante è che se ne parli. Che motivo avrebbero altrimenti di andare in giro sotto il diluvio universale – a Milano, dopo una stagione di siccità, è arrivata quella della pioggia, proprio nei giorni della Fashion week – e con una temperatura polare, con sandaletti, senza collant e senza cappotti?

Ma in particolare, durante la quarta giornata di Milano Moda Donna, mentre andavamo in giro per presentazioni in quel di via Montenapoleone, con un mesto ombrello e i capelli simili a quelli di Valerio Scanu per via dell’umidità, una ragazza ci ha molto colpiti. Indossava occhiali da sole neri (benché il sole non fosse pervenuto), una pelliccia blu navy e una maxi gonna giallo limone con decori color turchese. Voi direte, niente di strano… occhiali e accozzaglia di colori a parte. Beh, in effetti, no. Solo un unico grande problema: la gonna aveva una lunga coda che strisciava per terra, raccattando tutta la spazzatura (i netturbini del comune di Milano ringraziano) di via Montenapolene e assorbendo come una spugna pioggia e fango. Ci siamo chiesti quale potesse essere il peso specifico della suddetta gonna… E ci chiediamo oggi per quale buona ragione, affacciandosi dalla finestra appena sveglia e vedendo il diluvio, non abbia fatto la scelta più ovvia del mondo: cambiare look. Cosa? Ma siamo pazzi? E quale se quel look era stato già programmato mesi prima? E poi vuoi mettere la soddisfazione di essere osservata da tutti?

Non credete che si possa arrivare a tanto? Bene, noi abbiamo le prove e ve le mostriamo qua sotto, in uno scatto di Elena Braghieri, che certamente è più veloce e brava di noi a fotografare.

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Ad ogni modo, a Milano il quarto giorno di Fashion Week non si sono visti soltanto fenomeni da circo, ma anche, e forse soprattutto, tanta bellezza. Una bellezza, commovente e poetica, che ci ha sciolto il cuore, solo come i grandi artisti sanno fare, alla sfilata di Antonio Marras. Una storia di passione. Una storia di amore folle e irrazionale che offusca la mente, capace di mettersi contro tutti, anche contro un padre. Marras, per questa collezione autunno inverno 2016 2017, trova una musa in Adèle Hugo, figlia secondogenita del celebre scrittore, Victor, fuggita in Canada, contro il volere del padre per inseguire il suo grande amore, un ufficiali inglese. Abiti lunghi dai tagli asciutti, impreziositi da stampe floreali, ricami e incastri di plissé e bordi merlettati, di giacche maschili, di cappotti militari con grandi revers, di maxi parka e giacconi, di gonne dritte o asimmetriche, incrostate di maxi ruches, sono la narrazione di una donna libera e audace, piena di passione, che odia la formalità e la convenzione, che ama mischiare e vive di passioni. Una donna perfettamente narrata anche dagli accessori, dalle velette e dai guanti in pelle con fiori dipinti innanzitutto.

Una moda divertente, ma con una morale, è invece quella presentata dai Leitmotiv, il duo di designer costituito da Juan Caro e Fabio Sasso. Così come nelle favole di Fedro, gli animali assumono significati simbolici che incarnano i vizi e le virtù degli uomini, allo stesso modo, le stampe degli abiti ampi e romantici in tulle, delle gonne a tubino o con balze, che prendono ispirazione dal mondo botanico e animale, intendono raccontare qualcosa. Tra i tanti, ritroviamo il cervo, animale icona del brand che si muove tra conigli, simbolo di sessualità ardente, cigni incoronati e farfalle (simbolo di rinascita) che spuntano tra fiori rigogliosi e funghi (energia della vita).

L’immaginario collettivo femminile incontra quello maschile, in un serrato dialogo ricco di confronti, sulla passerella di Ermanno Scervino, dove sfilano cappotti e completi da uomo insieme ad abiti dall’animo couture in pizzo mille foglie, realizzati in oro, argento e bronzo, che diventa fitto plissé, soprabiti total black e tailleur gotico-vittoriani, bustier con maxi gonna e lunghi vestiti impalpabili da cui si aprono profondi spacchi. Must-have della collezione il casco caschi in volpe. Il designer si conferma, insomma, ancora una volta essere uno dei fiori all’occhiello dell’italianità nel mondo.

Vero trionfo del Made in Italy è la collezione autunno inverno di Aquilano.Rimondi, alla costante e incessante ricerca di un’esperienza estetica della perfezione femminile. Una collezione che vive di cappotti sartoriali ben strutturati, giacche doppiopetto maschili, abiti che aderiscono al corpo e impalpabili abiti sottoveste, top in tessuti tecnici dall’attitudine sportiva, riuscendo a far convivere nella stessa collezione la dicotomia sensuale-sportivo.

Pinella PETRONIO