Che il mondo della moda stesse per essere scosso da un terremoto epocale, di quelli che distruggono tutto per ricominciare, lo avevamo già capito a fine dello scorso anno e ancora di più all’inizio del 2016, con il vorticoso walzer di poltrone che ha coinvolto i maggiori brand prima e con la scelta, inaugurata da Burberry, di unificare le sfilate di moda uomo e moda donna. Forse mai, però, avremmo immaginato che quella che inizialmente era solo una crepa si allargasse così tanto velocemente da rompere il vaso di quel sistema che fino ad oggi sembrava reggere perfettamente.

Dopo la scelta di Gucci, molti altri sono stati i brand che, seguendone le orme, hanno infatti preferito di battere la strada dell’unificazione delle passerelle maschili e femminili, certamente nell’ottica di un cambiamento radicale dell’evento sfilata come lo abbiamo visto fino ad oggi. Molti altri, invece, hanno deciso di migrare, almeno temporaneamente verso Firenze. Alla luce di tutto ciò, ci chiediamo oggi che cosa ne sarà della Settimana della Moda Uomo, che dal 18 al 21 giugno dovrebbe regolarmente (almeno stando ai comunicati ufficiali della Camera Nazionale della Moda italiana) portare in passerella le collezioni uomo per la primavera estate 2017.

Roberto Cavalli, Ermenegildo Zegna, Corneliani, Calvin Klein, Bottega Veneta, Lucio Vanotti, Antonio Marras, N°21, Costume National, Brioni ed Ermanno Scervino hanno già confermato la loro assenza da questa edizione. Un numero nutrito e fatto di nomi importanti, talmente significativo che potrebbe spingere le altre maison a seguire le loro orme e a decretare di fatto la chiusura della kermesse di moda maschile, fiore all’occhiello e unicum della nostra nazione. Dimostrazione lampante ne è la notizia di questi giorni secondo cui anche la stilista italo-haitiana Stella Jean ha deciso di non presentare più la sua collezione durante la Men Fashion Week milanese. Stando ai rumors, sembrerebbe che la designer abbia deciso, come già Marras e Bottega Veneta, di inserire alcuni look maschili nella passerella della Milano Moda Donna di settembre.

Nonostante i ragionevoli dubbi, tuttavia, Camera Moda si mostra serena, compatta e coesa nelle parole di Carlo Capasa che, a conclusione del suo primo mandato presidenziale, ci ha tenuto a precisare la volontà e la convinzione di mantenere divise le Fashion Week maschili e femminili, per un totale complessivo di quattro all’anno. Senza fare inutili allarmismi, durante la conferenza stampa dello scorso 31 maggio, ha comunicato ai giornalisti: “Complessivamente le sfilate passano da 39 a 35, perché a fronte di una decina di brand che hanno deciso di organizzare un evento o una presentazione ce ne sono altri che non erano mai andati in passerella e che invece a giugno lo faranno“, ribadendo la volontà di sostenere con forza sempre maggiore gli emergenti.

A questa edizione – ha poi aggiunto – i grandi nomi, da Gucci a Prada e Armani, ci sono tutti, in più abbiamo marchi giovani, che sfilano per la prima volta. Parliamo sempre della necessità di un ricambio generazionale e di arricchire Milano con nomi internazionali. È proprio quello che succederà e alla fine questa edizione sarà più energetica delle precedenti“.

Pinella PETRONIO