La settimana della moda di New York è ormai nel vivo, ma a portarla alla ribalta della cronaca non sono le proposte degli stilisti. Dopo la polemica di Oscar de la Renta sugli invitati allo show, adesso c’ha pensato Naomi Campbell a sollevare un polverone. A 43 anni, età che ha imposto il pensionamento a molte delle sue colleghe coetanee, la modella si è confermata ancora la regina delle passerelle, alle quali però si concede solo in occasioni speciali: beneficenza o show di stilisti amici. L’avevamo vista un paio di anni fa da Roberto Cavalli, in questi giorni ha chiuso con la sua inimitabile falcata lo show di Diane von Furstenberg.

Subito dopo Naomi è passata subito all’attacco accusando il mondo della moda di essere razzista nei confronti delle modelle di colore. La Campbell ha notato come nella migliore delle ipotesi sulle passerelle compia una sola ragazza di colore per sfilata, mentre stilisti importanti come Marc Jacobs o Victoria Beckham scelgano solo ragazze bianche. “Si difendono dicendo che sono scelte artistiche, ma è chiaro che non è così“, questo il duro commento con cui Naomi rimbalza al mittente ogni tentativo di scuse.

A schierarsi accanto a lei la collega Iman:  “C’è un momento in cui il silenzio non è più accettabile. Nel nostro settore non si può parlare di razzismo pubblicamente, quindi c’è qualcosa di sbagliato“. Ipocrisia e razzismo vanno quindi di moda? Basta guardarsi attorno per notare che il mondo è pieno di bellissime ragazze di colore, non a caso grandi cantanti, attrici o sportive sono diventate testimonial di grandi brand.

Difficile pensare che un mondo fatto di creatività e libertà possa nascondere vene di razzismo. Ma quanto ha denunciato Naomi Campbell è un dato di fatto: sarà il solito polverone inutile o qualcosa cambierà?

Andrea VIGNERI

 

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