Un mondo sfavillante e bellissimo, quello della moda. Un mondo fatto di luci, di party, abiti straordinari e calici di champagne. Almeno così appare. Ma se è vero che non è oro tutto ciò che luccica, altrettanto vero è che nella moda non è tutto così scintillante. Anzi. Lucia Del Pasqua, giornalista e blogger di The Fashion Politan, nel libro Quella certa dipendenza dal tasto invio, edito da Baldini Castoldi, è riuscita a mettere in luce, con un taglio spiccatamente ironico, le ipocrisie, i giochi di potere, le dinamiche, le moine e le smanie di protagonismo della fauna modaiola, fatta di blogger, giornaliste e pr. Un libro per molti versi autobiografico, che racconta le avventure di Penelope – da cui fa capolino Lucia , divisa tra lavoro, uomini e un amore che la porterà ad un’evoluzione psicologica. L’abbiamo intervistata per voi e ci ha raccontato che…

QuellacertaQual è il rapporto di Lucia con Penelope, la protagonista del libro e quanto di te c’è in lei?
Penelope è un po’ Lucia e Lucia è un po’ Penelope. Quindi c’è tanto di me, Lucia, in Penelope, ma non tutto. A partire dal fatto che Penelope sia una blogger e giornalista, donna trentenne nel “buco nero dell’informazione”, divisa tra il tradizionalismo del giornalismo più noioso e la frivolezza e talvolta la stupidità del mondo del blogging. Poi Penelope come Lucia ha avuto paura di amare, per autodifesa, per comodità, per egoismo, fino a quando non ci s’è ritrovata con entrambe le scarpe ed ha avuto la conferma di ciò che ha sempre pensato: l'”amore è troppo un casino”.

Hai messo in luce l’ipocrisia presente nel mondo della moda e dei suoi addetti ai lavori, non pensi tu possa esserti fatta qualche nemico?
Decine di nemici, a partire dai brand che vogliono solo essere adulati anche se certe volte fanno collezioni da fare schifo o anche se le loro PR fanno delle cagate atomiche. Sono partita con il blog come “quella che dice la verità”, molte volte scomoda, e ho intenzione di continuare così. No fear, insomma.

Cosa rispondi a chi ti dice che critichi tanto, ma sempre di quel mondo fai parte?
Che sono bipolare. Che mi attrae ciò che non mi piace, oltre a ciò che mi piace. Che sono una che ama studiare le persone, e non solo quelle che mi vanno a genio. Mi annoierei troppo se fosse diversamente. E poi del mondo che critico c’è anche una parte che mi piace ovviamente. Non sono così pazza da volermi farmi male a tutti i costi.

Penelope, soprattutto all’inizio del libro, è cinica e si crede la “meglio di tutti”. Pensi che qualcuno possa averla trovata antipatica e stronza?
Penso invece che molto abbiano detto: “questa stronza è proprio uguale a me”, perché la verità è che tutti ci crediamo meglio degli altri, anche se giochiamo a fare il gioco dei modesti. La verità è che ci sono più persone che non ci vanno a genio che sì. Viviamo in una cultura occidentale.

Chi ha la pazienza di aspettare l’evoluzione del personaggio, si rende conto che, invece, Peneolpe è…
Esatto, ci vuole pazienza. Penelope è una donna media, normale, paranoica, gelosa, quella che ama essere amata, che si scopre dipendente da qualcuno, tutto quello che prima non voleva essere principalmente per paura. Si scopre paziente, innamorata, premurosa, una che “dà tante possibilità”.

Penelope non ha mai paura del giudizio della gente, o forse finge di non averne. E Lucia?
Lucia utilizza un hashtag, #fottesega, tanto quanto utilizza quello #acaso. No, non ho paura, affatto, ma faccio di tutto perché la gente abbia un giudizio omogeneo e coerente di me, e questo richiede un gran lavoro dell'”essere stessi nella blogosfera”, dove tutto passa tramite troppi filtri. Io metto sì i filtri, ma solo quelli di VSCOCAM senza ritoccare nulla, le parole sono sempre pure e crude, a volte riconosco anche troppo e troppo sboccate.

Nel libro si parla anche di sesso fine a se stesso. I tuoi genitori avranno letto il libro… Cosa ti hanno detto?
Non mi hanno detto nulla, forse perché siamo nel 2015, e il sesso ringraziando dio non è un tabù, e sanno meglio di me come va il mondo. I miei sono due grandi che non sono rimasti fermi agli altri tempi, dove tra l’altro succedevano le stesse cose di adesso.

Pinella PETRONIO