In Italia i 40 anni rappresentano il giro di boa, sono quell’età entro cui una donna deve, ovviamente se lo desidera, assecondare l’orologio biologico ed accasarsi, perché, dopo, le probabilità di avere un figlio diminuiscono e, allora, il treno parte e non torna più.
Fortunatamente, la nostra società ha imparato, non da molto in verità, ad accettare e a capire le donne che non hanno nessuna intenzione di sposarsi né tantomeno di avere figli, anche se, ovvio, qualche occhiataccia nei confronti di queste “mosche bianche” ancora resiste.

Ma c’è a chi va peggio e, tra queste, ci sono sicuramente le ragazze cinesi, che non hanno bisogno di aspettare i 40 anni per essere considerate zitelle senza speranza. Il loro giro di boa arriva molto prima, e precisamente a 25 anni. Sembra assurdo, certo, ma in Cina colei che non è ancora sposata a quell’età viene additata con il termine sheng nu, letteralmente donna-avanzo.
Questa parola è così usata che dal 2007 è uno dei vocaboli ufficiali del dizionario e che ha nel frattempo ottenuto anche una traduzione inglese, leftover women.

Insomma, è possibile venir considerate un avanzo a soli 25 anni, nel pieno della giovinezza e nel pieno delle capacità intellettive, quando bisognerebbe ascoltare le proprie ambizioni e fare di tutto per raggiungerle?
Ma in Cina tutto ciò non è previsto, tanto che la maggior aspirazione di una venticinquenne rimane quella di sposarsi, se ancora oggi sono più del 90% le donne sposate prima dei 30 anni.

Trattandosi di una situazione ai limiti dell’inqueitante, è stato girato un video di denuncia, intitolato Marriage Market Takeover, per far conoscere del tutto una “pratica” che dovrebbe essere abolita subito. Si, perché, se la ragazza non sembra in grado di trovarsi un marito, ci pensano i genitori, che si rivolgono ai mercati del matrimonio. Si tratta di luoghi nei quali padri e madri forniscono ogni tipo di informazione sulla figlia nubile (età, altezza, titolo di studio e professione) per trovare loro marito, proprio come se fossero esposte tra le bancarelle di un qualunque mercato di quartiere.

Il filmato-documentario, realizzato da SK-II, noto brand di cosmetici giapponese, spiega questa pratica, ma racconta anche storie di giovani donne cinesi single, spesso costrette a chiedere scusa per il fatto di non essere ancora convolare a nozze. Ma le scuse dovrebbero essere fatte a loro, a queste ragazze che non hanno nessuna intenzione di essere solo degli avanzi.

Vera MORETTI