Il discorso del Re alla nazione, il primo nelle vesti di re, il primo King speech, ha battuto ogni record di ascolti. Molto più dei discorsi della compianta regina, ma soprattutto molto più di tutte le docuserie, interviste e film rilasciati dal Sussex.

Il discorso alla nazione ha compiuto 90 anni e, come sempre, è andato in onda alle 15 (ora inglese) del 25 dicembre.

Al centro delle parole del re i sentimenti di un figlio e di un suddito devoto che ha voluto, naturalmente omaggiare la compianta sovrana, protagonista degli ultimi 70 anni di storia.

La regina parlava dal proprio salotto, invece Re Carlo ha preferito andare in onda dalla Cappella di San Giorgio a Windsor, un po’ per essere vicino ai suoi genitori, un po’ per dare un segno di discontinuità. Non c’è stata la caccia alle foto incorniciate sulla scrivania quindi. Ma a dir la verità non ce n’è stato bisogno. I filmati hanno parlato da sè. Immagini di archivio, senz’altro, ma dei Sussex nemmeno l’ombra. Il motivo? E’ facilmente intuibile. Ufficialmente sono stati ritratti soltanto i working royals. Ufficiosamente… si sa, lo sappiamo benissimo, no?

Come suole dire il re e come soleva dire sua madre “Never Explain, never complain” ovvero non diamo spiegazioni.

Insomma, siamo a un punto di svolta, davvero. Se prima si poteva pensare a un qualche riavvicinamento, se nonostante tutto la regina sarebbe stata disposta a tendere un ramo d’ulivo, appare evidente che il re sia di tutt’altro avviso.

E ancor di più se si pensa che il video è stato registrato il 13 dicembre, prima che la docu serie prodotta da Netflix su Harry e Meghan. Ora non ci resta che attendere il 10 gennaio per leggere (forse, ma davvero è il caso?) il libro di memorie (???) del principe Harry. Vedremo, scopriremo, leggeremo altri retroscena.

Silvia GALLI