Di social media e relativa netiquette abbiamo già parlato in tutte le lingue, ma quanto davvero sappiamo come comportarci?

Di selfie ne abbiamo fatti e continuiamo a farne forse troppi, così come troppe sono le volte che postiamo su Instagram un banale piatto di pasta asciutta.

Su whatsapp, nonostante i moniti che a scadenza regolare ci capita di leggere, continuiamo a commettere gli stessi errori rispondendo privatamente nei gruppi, condividendo video e filastrocche che riescono solo a intasare le memorie degli smartphone e non fanno più sorridere nemmeno le nonne, ma su Facebook come postiamo?

Ecco qualche consiglio su come essere eleganti e rispettare il bon ton quando scriviamo un pensiero e lo condividiamo sul social più famoso di tutti.

Prima imprescindibile regola: Facebook non è il nostro blog, quindi tranne pochi, pochissimi esempi, non è il caso di condividere post della lunghezza di editoriali e della pesantezza di un capitolo di Guerra e Pace.

Scrivere è una necessità, anzi un tic, dice Francesco Piccolo, e quanto ha ragione, ma Facebook non è il diario segreto 2.0, per questo ci sono blog, siti forum etc..

Bisogna poi sempre scrivere in maniera corretta- almeno grammaticalmente- utilizzare frasi brevi, semplici e puntuali.

Quando si diffonde o condivide una notizia, sebbene non si sia giornalisti di mestiere, è buona norma controllare le fonti e verificare di non divulgare “bufale”.

E’ sempre molto più elegante evitare le lamentele o i commenti troppo acrimoniosi meglio, come nella vita reale essere gentili anche davanti a chi gentile non è.

Inoltre è fastidioso il profilo che pubblica solo cattive notizie, post tristi, forse non lo si può considerare a tutti gli effetti maleducato, ma di certo noioso.

Infine un consiglio che ovviamente non vale solo su Facebook, ma quantomeno su tutto il web, è fondamentale essere coerenti.

Quello che viene scritto in rete rimane, per sempre, in rete, quindi, prima di scrivere qualcosa, meglio riflettere  se veramente si vuole che quello che si scrive rimanga pubblico e resti tale per sempre.

Silvia GALLI