Festeggiare il proprio 85esimo compleanno con una mostra al Vittoriano di Roma? E’ possibile solo se ci si chiama Fernando Botero e si gode di una notorietà mondiale come la sua.

Da oggi, e fino al 27 agosto, Botero sarà protagonista di una retrospettiva a lui dedicata presso il Vittoriano, dove saranno esposte 50 opere, per celebrare oltre 50 anni di carriera.

Si tratta di un’occasione unica non solo per la fama dell’artista colombiano e per l’inconfondibile caratteristica dei soggetti ritratti, ma anche perché i capolavori esposti arrivano da tutto il mondo, anche da collezioni private, altrimenti impossibili da ammirare.

Colori a profusione, figure piene ma ammalianti e sensuali: queste caratteristiche saltano all’occhio in ogni suo lavoro, che fosse appartenente alla gioventù degli anni Cinquanta/ Sessanta, quando cominciò ad esprimere la sua arte, o all’età più matura.

Ad accogliere i visitatori è, al di fuori del museo, la gigantesca scultura bronzea del Cavallo con briglie, che dà il benvenuto ai visitatori con le sue forme generose, che ovviamente si ritrovano all’interno, tra le sale, dove tutto sembra omaggiare la vita, il benessere e la gioia di vivere, senza malizia e senza peccato.

All’inaugurazione era presente anche lui, Fernando Botero in persona, al quale è stato chiesto perché la femminilità è da lui rappresentata da corpi così robusti. E la sua risposta è stata spiazzante: “Il problema è determinare la fonte del piacere quando si guarda un dipinto. Per me il piacere viene dall’esaltazione della vita che esprime la sensualità delle forme. Per questa ragione il mio problema formale, quando dipingo un uomo, una donna, un bambino, un animale, consiste nel creare sensualità attraverso le forme, generando una comunicazione diretta, immediata con lo spettatore che osserva l’opera”.

Ciò che caratterizza Botero è la capacità unica di non imitare mai ma di ricreare, al contrario, forme e immagini, che diventavano autonome appena prendevano forma su tela. E questo accadeva anche quando rendeva omaggio ai più grandi maestri dei secoli precedenti: non era mai una mera imitazione ma una ricreazione dello stesso spirito, a secoli di distanza. E questo si vede nella sezione del percorso espositivo dedicata proprio alla riproduzione di tele antiche di Velasquez, Piero della Francesca, Rubens e Raffaello.

Ma nella mostra c’è anche spazio per le sue nature morte, per la religione, con il Cardinale addormentato o la Passeggiata in collina, e per le opere dal risvolto politico, dove i protagonisti sono militari, ministri, presidenti e ambasciatori, ma anche e soprattutto le first lady, ritratte con abiti barocchi e sgargianti.

A chiudere il percorso ci sono le sale dedicate ai nudi e al circo, piene di colori, movimento e gesti che ritraggono i circensi nella loro quotidianità, con Pierrot, il Contorsionista, i Musici e il Pagliaccio come protagonisti principali, e più amati.

La mostra è curata da Rudy Chiappini, che ha lavorato a stretto contatto con l’artista, ed organizzata da Gruppo Arthemisia e MondoMostreSkira.

Vera MORETTI

Photo credits: Arthemisia