Se questa è una sacrosanta verità, altrettanto certo è che, volenti o nolenti, i bambini devono presentarsi a settembre con i compiti fatti, pronti per cominciare un nuovo anno senza aver dimenticato quanto imparato durante quello precedente.

E allora, come ovviare ad un problema che rischia di far diventare indigeste perfino le tanto agognate vacanze estive?

Ai propri doveri non si scappa e allora, per evitare di arrivare alla fine di agosto con arretrati di due mesi, è meglio fare una “scaletta” di quanto c’è da

fare e suddividerla scandendola equamente nei tre mesi di pausa.

La scelta più furba sarebbe fare i compiti nei periodi in cui ci si trova ancora a casa, per poi godersi mare e montagna con maggiore libertà, ma non sempre si riesce a rispettare la tabella di marcia, anche perché, quando suona la campanella che segna la fine dell’anno scolastico, il desiderio principale è dimenticare operazioni ed interrogazioni e dedicarsi interamente al divertimento.

E allora, se proprio non si riesce ad evitare di portare libri e quaderni in vacanza, meglio suddividere i compiti in modo da dover dedicare loro poco tempo ogni giorno. Mezz’ora al giorno, e quando il tempo è brutto anche un’ora, possono bastare per poter arrivare a settembre senza affanno, e senza odio nei confronti delle maestre.

Se poi capitano giorni di particolare stanchezza, o semplicemente di repulsione per i libri, probabilmente è meglio rimandare. D’altra parte capita anche a noi adulti di svegliarsi svogliati o pigri, perché non dovrebbe capitare ai nostri figli?

Vera MORETT

[ Torna indietro... ]