Concorrerà all’Oscar ma nessuno se n’è accorto, almeno in Italia. Abbiamo parlato di Non essere cattivo ma vogliamo parlare anche di loro: La Ballata dei senzatetto, cortometraggio di animazione ambientato in Emilia Romagna durante il terremoto del 2012, ha stregato tutto il mondo, fino a giungere a Los Angeles, dove è stato candidato per vincere la statuetta più ambita in ambito cinematografico.

Ma, ci chiediamo, perché in Italia non se ne sa niente?

La creatrice di questo film si chiama Monica Manganelli, è una scenografa, nonché concept e visual artist di Parma costretta ad emigrare all‘estero per farsi conoscere e per far conoscere la sua opera, ignorata in Italia a tutti i festival del settore.

Protagonista del cortometraggio è un bambino, figlio di un vigile del fuoco, che dopo il terremoto ha paura di uscire di casa. Tommaso, questo il suo nome, è in compagnia di una lumaca, simbolo della tenacia emiliana, che avanza e non si arrende, ed insieme viaggiano tra i luoghi dell’Emilia terremotata, tra chiese e case distrutte, compresa la torre dell’Orologio che è diventata l’emblema di quella tragedia.

La ricostruzione dei fatti è stata effettuata in video grazie alle foto scattate da chi era accorso sul posto e una componente di disegni animati, che insieme hanno dato vita ad un cortometraggio capace di vincere il Los Angeles Shorts Fest, che l’anno scorso è stato vinto dalla Disney, guadagnandosi la possibilità di concorrere, nella propria sezione, sia agli Oscar, sia ai Bafta and Canadian Screen Award.

Ciò che colpisce, di questo filmato, è la positività che emana, e che aumenta con il proseguire delle immagini sullo schermo. Se all’inizio è la disperazione che incombe, e la paura di ciò che è successo e che potrebbe ancora accadere, il viaggio di Tommaso prosegue mostrando l’arma di cui sono in possesso le vittime del terremoto per superare il terrore e il disagio: la solidarietà ha salvato quelle persone, che non si sono scoraggiate e non si sono isolate nelle loro personali tragedie.

Il detto “nemo profeta in patria” è sicuramente vero nel caso di Monica Manganelli, che è riuscita a far parlare di sé in Italia solo dopo essere stata candidata agli Oscar.
Noi speriamo non solo che vinca, perché il cortometraggio riesce ad esprimere al meglio le caratteristiche italiane per eccellenza, come il coraggio, la solidarietà e il grande cuore, ma ci auguriamo anche che i meriti effettivi di chi ha saputo tradurre su schermo tutto ciò vengano finalmente riconosciuti anche in Italia.

Vera MORETTI