La chiamano dolce attesa. Quel periodo di nove mesi della vita di una donna in cui porta in grembo il suo bambino. E di questo periodo, dolce appunto, le mamme, le nonne, le amiche, la sorella della fidanzata del cugino di quinto grado, ci hanno sempre detto che è tra i più felici della vita, che una donna incinta è più serena, radiosa, felice, luminosa.

Luminosa. Dicono proprio così. O forse quando parlano di luminosità fanno riferimento al falò che la suddetta donna incinta che vorrebbe appiccare, complici gli ormoni che la devastano, con tutte quelle persone – uomini e donne, senza distinzione di sesso, ma forse ancora più le donne -, che le hanno chiesto quanti kg ha preso. Perché sì, sarà forse anche uno dei periodi più felici quel tempo in cui si aspetta la propria creatura, ma nessuno parla mai di caviglie e gambe e mani (pure i capelli) gonfi. Nessuno parla mai della sonnolenza. Delle nausee che a volte tormentano fino agli ultimi mesi. Degli sbalzi ormonali che a volte fanno ridere e altre piangere, come se fosse un ciclo all’ennesima potenza.

Ma soprattutto nessuno parla mai della gente inopportuna, di quelle frasi pronunciate con estrema leggerezza, senza tenere in considerazione che la donna incinta che hanno di fronte non solo deve fare i conti con gli ormoni, ma anche con un corpo che cambia e che non riconosce più come suo. A tal proposito, e lo facciamo per voi ma soprattutto per loro, vi segnaliamo in ordine sparso le cose da non dire mai ad una donna incinta.

“Quanti kg hai preso? davvero? Così tanti? Io ne ho presi solo 7 e mezzo” o in alternativa “Hai preso così poco peso, sei sicura che il bambino stia bene?”. Non è mai bello parlare del peso di una persona, figurarsi se quella persona sta facendo i conti con una trasformazione fisica tanto importante.

“Che pancia enorme!! Ma sei incinta di due gemelli?”. Come sopra. Non sarebbe meglio chiedere se è felice o come stanno lei e il suo bimbo?

– “È meglio che tu dorma il più possibile perché poi di dormire potrai dimenticartene“. Fare terrorismo psicologico non aiuta mai.

– “Mi raccomando fatti fare l’epidurale o in alternativa “Mi raccomando non farti fare l’epidurale“. Ogni esperienza è personale e non universale.

– “Ah non hai intenzione di allattare? No perché lo sanno tutti che i bambini con il latte della mamma crescono più sani“. L’allattamento è uno dei temi più spinosi. E anche in questo caso bisogna evitare di dare giudizi. Una mamma che non allatta non è meno mamma di una che allatta e i bimbi che si nutrono di latte artificiale crescono bene comunque.

– “Quindi tu pensi di rientrare in ufficio già dal terzo mese del piccolo? E non si sentirà abbandonato?“. Il distacco dal proprio bambino non è mai una cosa semplice, è davvero necessario instillare o fomentare sensi di colpa inutili?

– “Posso toccare la pancia?“. Perché? verrebbe da chiedersi. Andate in giro a toccare pance alla gente? No, per cui perché dovreste cominciare a farlo?

– “Ma quando partorisci?” detto ad una donna che ha appena partorito e che magari spinge già anche la carrozzina.

– “Il mio travaglio è durato mille mila ore, l’epidurale non ha fatto alcun effetto, mi hanno dato un sacco di punti“, “Ah, beh vedrai che quando nascerà non avrai più una vita” e altre amenità del genere. Non è il caso di terrorizzare.

– “Tranquilla vedrai che ti rimetterai subito in forma“. E se non fosse subito e ci volesse del tempo? Quello che conta è la serenità della mamma e del bambino, ciascuna ha i propri tempi.

– “Speriamo che sia maschio“. Il maschilismo che si manifesta sin da quando vengono pronunciate le parole “Auguri e figli maschi”. Viviamo ancora nel Medioevo e non ce ne siamo accorti?

– “Si vede che aspetti un maschio. Le femmine tolgono la bellezza alla mamma”. Leggi sopra.

 

Pinella PETRONIO