Se, secondo il libro di Sherry Argov, gli uomini preferiscono le stronze è nettamente vero anche il contrario. E non solo su piccole cose come le prese in giro e le alzate di gonna della nostra giovane età, ma anche su parametri molto più seri in età decisamente più adulta!

L’Università di McMaster in Canada ha addirittura fatto un esperimento chiedendo a 87 donne di indicare dal tipo di voce il livello di affidabilità dell’uomo e di conseguenza il suo livello di attrattiva: la maggioranza ha scelto le voci più rauche, considerate inaffidabili ma molto molto sexy.

Da qui al pizzico di masochismo che tutte ci portiamo dietro fin dalla nascita il passo è decisamente breve: ci sono relazioni che finiscono perché lui “è troppo buono” e relazioni che continuano nonostante lui sia “uno stronzo di serie A”. Ma quindi, noi donne, che cosa diavolo andiamo cercando? E’ vero che rifuggiamo i bravi ragazzi e siamo perennemente attratte dai bad boys?

Sembrerebbe di sì, ma si tratta solo delle relazioni occasionali (per fortuna). Quando lo scopo della storia è vivere scene da film d’azione-romantico-un po’ porno allora lo “stronzo d.o.c.” è decisamente il migliore: non chiama, non scrive, svanisce, poi ricompare tra gli applausi di una folla adorante. Come nelle migliori commedie rosa.

Ma quando si parla di relazioni serie, con obiettivi reali e sinceri, allora cambia tutto. O almeno dovrebbe. Il nostro lato masochista che non vede l’ora di sospirare sul telefono muto si svaporizza, e finalmente sorridiamo comipiaciute perché:

a) ha detto che avrebbe chiamato e lo ha fatto

b) si è offerto di venirci a prendere ed è arrivato in orario

c) assieme alla nascente relazione con noi non ne ha altre trentasei

d) dopo una serie di piacevoli appuntamenti (ma non troppo in fretta) ci spiega quanto stiamo diventando importanti per lui.

A quel punto, anche l’ultimo barlume di godimento dato dalle montagne russe emotive dei ci-sono-ma-non-ti-ci-abituare-troppo svanisce, e scopriamo finalmente quanto la semplicità delle cose possa essere appassionante.

Amore non vuol dire dolore. Ma questo si scopre sul campo: giorno dopo giorno, testata dopo testata. Dopo, nulla sarà più come prima.

“Mammina, Marco mi ha spinta”

“Bene tesoro, l’hai steso con una mossa di krav maga come ti ha insegnato la mamma?”.

Piccole donne crescono (bene).

Erika POMPILI

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