Meno male che, a volte, la televisione ci viene anche in aiuto, come nella pubblicità che va in onda in questo periodo, nella quale due fiammiferi amoreggiano piacevolmente in camera da letto finché lui non prende fuoco rapido e indolore e la coppia si divide mortificata.

L’eiaculazione precoce è una condizione medica” dice la voce fuori campo: diciamolo una volta per tutte.

Non nascondiamoci (noi, ma soprattutto loro) dietro a frasi terrificanti come “magari gli piaccio troppo” o “mi ama talmente tanto che non riesce a resistere” o ancora (e pure peggio) “forse non va bene come sono fatta“. NO. Alt, stop, ferme tutte.

L’eiaculazione precoce è una condizione medica: del maschio. Voi non c’entrate niente di niente. Inutile che lui vi dica tutte queste belle frasette che vi mettono l’autostima a cuccia ma vi lasciano comunque palesemente insoddisfatte.

Il rapporto di coppia è un delicato equilibrio tra complicità, sessualità e progetti: ognuna delle due parti ne fa un pezzettino, e insieme si può andare lontanissimo ed essere terribilmente felici. Ma ci vuole impegno. E soprattutto umiltà.

Riconoscere di avere un problema è il primo modo per risolverlo. Il secondo è recarsi dal medico di famiglia e spiegare la faccenda: vi ricordo che solo in Italia un maschio su cinque soffre di questo disturbo, quindi i medici hanno pronta una lista di soluzioni di consigli più pratici, agli esercizi, ai farmaci. Vergognarsi di parlarne con lo specialista sarebbe come diventare tutti rossi andando a farsi fare il foglio per la mutua durante una terribile influenza: succede a gran parte di noi di avere momentaneamente qualcosa che non va, no?

L’eiaculazione precoce si cura. La negazione no. E dopo, il sesso diventa veramente un piacere.

Erika POMPILI

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