Passiamo dall’ansia alla tristezza, dal pianto al riso, dalla rassegnazione alla speranza. In questi giorni in cui tutti siamo tenuti a rispettare le regole del governo che ci vogliono chiusi in casa per contrastare la diffusione del Coronavirus che sta mettendo in ginocchio la nostra Italia e il mondo tutto, il nostro umore è spesso mutevole e, pur avendo, forse più tempo a disposizione facciamo fatica a rimanere concentrati nella lettura o nella visione di film impegnati. Per questo abbiamo pensato che i film da vedere in quarantena devono essere leggeri e senza troppe complicazioni.

Non mancano, tra i film da vedere in quarantena, commedie romantiche, grandi classici che hanno scritto importanti pagine della storia del cinema, film che ci fanno sognare con abiti meravigliosi (leggi alla voce Il Diavolo veste Prada e Sex and The City), e pellicole divertenti, che ci permettano di staccare la testa per qualche ora da tutto quello che sta accadendo fuori, consegnandoci un po’ di serenità.

Film da vedere in quarantena

Noi abbiamo fatto una selezione di film da vedere in quarantena, che poi sono anche tra i nostri preferiti di sempre.

Colazione da Tifanny. Un film icona che ha consacrato Audrey Hepburn nel Gotha del cinema mondiale e in quello della moda. La scena del bacio sotto la pioggia, le paturnie stemperate davanti alle vetrine di Tiffany, il tubino di Givenchy, le perle e Holly che canta Moon river affacciata alla finestra. Grande classico che non ci stanca mai e che continua a farci sognare.

Se scappi ti sposo. La più classica delle commedie romantiche in salsa americana. Una straordinaria Julia Roberts ed uno stratosferico Richard Gere (una combo che vuole farci sognare ogni volta che calca lo stesso palcoscenico), che ci hanno consegnato uno dei dialoghi più romantici della storia del cinema: “Garantisco che per noi ci saranno tempi duri…garantisco che uno di noi due o tutti e due alla fine si stancherà…ma garantisco anche che se non ti chiederò di essere mia per sempre lo rimpiangerò a vita, perché sento nel mio cuore che sei l’unica per me”.

Dirty Dancing. Ne andiamo matte da sempre. Perché tutte almeno una volta abbiamo sognato che un uomo, difendendoci da qualsiasi persona voglia mettere in dubbio le nostre capacità, “Nessuno, può mettere Baby in un angolo”. E tutte almeno una volta abbiamo sognato di essere strette tra le muscolose braccia di Patrick Swayze.

Grease. Anni ’50. Un vento forte di rinnovamento e rivoluzione soffia a spazzare via, gravido di ottimismo, il pensiero buio e grigio della guerra appena conclusa. Sono anni di leggerezza, in cui il bisogno di spensieratezza esplode anche nel mondo della moda. L’austerità e il rigore che avevano caratterizzato, per forza di cose, gli anni della Guerra, diventano solo un ricordo lontano e la voglia di colore e vanità trionfa in tutto lo splendore di abiti che mettono in rilievo le forme femminili. Ecco perché di Grease oggi più che mai abbiamo bisogno.

Pretty Woman. Ovvero Cenerentola (“quella gran culo di… cit.) declinato in chiave moderna. Dure ore e cinque minuti di sogno, in cui lui salva lei e lei salva lui, in cui mettere da parte anni di cinismo che ci hanno congelato il cuore, tornare a credere nel principe azzurro che ci viene a prendere, superando enormi ostacoli e avversità. E magari sconfiggendo anche il Coronavirus.

Sex and The City. Quattro amiche, Cosmopolitan, tacchi alti, tanta moda, Manhattan. Ma non solo, la serie TV Sex and The City ha rappresentato per noi trentenni o giù di lì una sorta di Bibbia, rivoluzionando il modo di parlare di sesso. Per la prima volta non sono gli uomini a farlo, ma le donne, abbattendo taboo, svelando che parlarne non era (e non è) una prerogativa solo maschile. Il film ci ricorda che – alla fine di tutto – amicizia e amore riescono a trionfare. Da vedere e rivedere. Con outfit tutti da copiare, perché sempre innovativi e attuali.

Il Diavolo Veste Prada. È stato il motivo per cui molte hanno bramato di potere essere un fashion editor, anche solo per un giorno, e saccheggiare a mani basse sandali di Jimmy Choo, pellicce di Fendi e borse di Chanel (no, i fashion editor non possono saccheggiare il guardaroba delle redazioni N.d.r.), così come aveva fatto Andrea. È stato ed è un film sacro da vedere e rivedere. L’abbiamo amato poi perché nel cinismo spietato di Miranda Priesley abbiamo intravisto delle sante verità sul mondo della moda, da stampare e rileggere, da utilizzare contro chi di dice di essere fuori da ogni schema imposto dalle tendenze della moda.

Harry ti presento Sally. Non esiste nessuno al mondo che non conosca a memoria la scena dell’orgasmo finto da Meg Ryan nella sala di un affollato ristorante: “Cosa prende signora?” “Quello che ha ordinato la signorina”. Harry ti presento Sally – che ha compiuto 30 anni lo scorso luglio – è la perfetta commedia americana con tanto di happy ending che ci serve in questi giorni difficili.

 

Pinella PETRONIO