Parlare di felicità in questi giorni difficili che stanno piegando in due, lasciandola senza respiro, l’Italia non è facile. Eppure, forse più che gli altri anni, ne abbiamo un assoluto se non disperato bisogno. Per questo vogliamo celebrare la Giornata mondiale della felicità, che si festeggia in tutto il mondo proprio oggi 20 marzo, perché possa essere un’occasione di riscoperta per tutti, di lavoro introspettivo, proprio a partire da piccole rinunce, da alcuni no e dal mettere chiari paletti e confini.

E proprio a tal proposito, nella giornata mondiale della felicità, Wiko, brand di telefonia portavoce del lusso democratico, ha stilato insieme all’Accademia della Felicità, società milanese di coaching e formazione, una lista da mettere in pratica, anche e soprattutto in questi giorni difficili, in cui siamo alle prese con ansia e preoccupazioni, aggravati dall’isolamento in casa.

L’intento di Wiko è quello di usare la Giornata Mondiale della Felicità per ascoltarsi, per dare le giuste priorità alle cose, per dire di no, prendersi delle pause e rinunciare a ciò che ostacola il nostro benessere quotidiano.

Il problema principale con la felicità è che pensiamo sia qualcosa che otterremo solo se si verificheranno alcune condizioni. Molto spesso inconsciamente rimandiamo la nostra felicità a un momento nel futuro”, spiega Francesca Zampone, coach e fondatrice dell’Accademia della Felicità, e autrice del libro L’Accademia della Felicità – Come ricominciare a fidarti di te e diventare la donna che desideri essere.

Giornata mondiale della Felicità, i consigli dell’Accademia della Felicità:

La verità è che possiamo essere felici adesso, grazie alle piccole cose che accadono nella nostra vita, ma anche dando voce ad alcuni no fondamentali per il nostro benessere. Come fare? Ecco i consigli che Wiko ha raccolto con Accademia della Felicità:

1) Fissa i tuoi confini e impara a dire di no. Decidi quante ore al massimo sei disposto a lavorare ogni giorno e rispettale; non dire incondizionatamente di sì a qualsiasi richiesta se poi ti rende infelice; decidi tu quali sono i confini che non devono essere superati per fare in modo che tu ti senta bene. È inutile lamentarsi del troppo lavoro, quando si è i primi a non staccare mai o ad accettare appuntamenti e meeting telefonici a orari impossibili. Dobbiamo imparare a conoscerci per capire quali sono i nostri confini e comunicare correttamente con gli altri perché non li superino.

2) Ricomincia a fidarti di te. Siamo abituati a fare promesse agli altri e a mantenerle, mentre le promesse che facciamo a noi stessi sono le prime a cui rinunciamo perché c’è sempre qualcosa di più urgente e importante. Ti ricordi le ultime 5 promesse che hai fatto? Quasi sicuramente erano tutte “esterne”, cioè fatte a familiari, colleghi, amici, conoscenti e che magari hanno richiesto sforzi enormi. E le promesse fatte a noi stessi invece? Quali erano? Sono state mantenute o no? Quando ci comportiamo così perdiamo fiducia in noi stessi, ed è più difficile essere felici, perché prevale il senso di insoddisfazione.

3) Impara ad accettarti. Non sei perfetto, nessuno lo è, ma puoi essere felice, è un tuo diritto! Smettila di paragonarti agli altri. Considera ciò che sei e ciò che hai: conta molto di più di ciò che credi ti manchi. Concentrati sull’abbondanza (di cose e di persone che ci sono nella tua vita) e smetti di lamentarti di ciò che non hai.

4) E infine, proprio in periodi più complessi, è fondamentale imparare dagli errori e dalle avversità. La resilienza è la capacità di reagire di fronte agli eventi traumatici che la vita ci propone, la capacità di ricostruirsi sempre migliori. Puoi imparare a essere resiliente. Per farlo devi renderti conto che non puoi modificare ciò che accade, ma puoi solo intervenire sul tuo modo di reagire e andare oltre, di crescere e progredire nonostante tutto. Lamentati il meno possibile, e perdona chi ti ha fatto del male. Le lamentele, la rabbia, il rancore, possono essere un fardello estremamente pesante che ti impedisce di essere felice. Sei tu a decidere se portartelo sulle spalle oppure no.

 

P.P.

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