La BBC non ci va leggera e scrive: Instagram fa male alla salute mentale. Un recente studio riportato dal network inglese infatti rivela che il social network delle immagini causa inadeguatezza e ansia, soprattutto per i più giovani. 1.479 persone tra i 14 e i 24 sono state interpellate sull’argomento e sembra che i risultati abbiano portato a questa realtà. L’organizzazione britannica Royal Society for Public Health che si occupa quindi di salute pubblica ha recentemente confermato l’importanza del tema con un nuovo studio chiamato #StatusofMind.

Tra tutti i social proprio Instagram è quello che ha avuto un impatto peggiore facendo sentire molta ansia, depressione, solitudine e anche senso di inadeguatezza. Vedere corpi perfetti galleggiare in piscine immerse in paesaggi tropicali, con cocktail ghiacciati e occhiali da sole griffati desta sentimenti il più delle volte negativi. Per capirci Gianluca Vacchi vi dice qualcosa?
Non siamo abbastanza magri, abbastanza ricchi o semplicemente lavoriamo per vivere e vedere feed Instagram di modelle e modelli, socialities, attori, blogger o chiunque alto, circondati da oggetti, case, auto di lusso, desta evidentemente sentimenti negativi.

Secondo La Royal Society sarebbe opportuno intervenire per supportare coloro che hanno bisogno di aiuto. Ad esempio, fare si che le piattaforme social inseriscano un pop up che avverta l’utente che ha utilizzato troppo a lungo i social. Che vengano identificati i soggetti a rischio supportandoli in modo da non recare loro ulteriori danni. Inoltre chiedono di segnalare quando le foto sono state modificate sia le aziende che le celebrità, gli influencer in modo da dare una informazione chiara ai followers.

Il social che esce meglio da questa indagine invece è YouTube da cui comunque è bene fare comunque attenzione. Insomma abbiamo un sacco di strumenti che molto spesso utilizziamo male, ne abusiamo, li facciamo diventare cose negative. Attenzione è l’unica cosa da dire, soprattutto quando sono i ragazzi più giovani a rischiare.

Martina ZANGHI’