Una retrospettiva attesissima, la prima dopo la sua scomparsa nel 2017, Jannis Kounellis arriva alla Fondazione Prada nella sede veneziana, palazzo di Ca’ Corner della Regina, fino al 24 novembre 2019. La curatela è firmata Germano Celant con la collaborazione dell’Archivio Kounellis che ha riunito più di 60 lavori
dal 1959 al 2015, provenienti da istituzioni e musei italiani e internazionali.

Si comincia con le opere degli Anni 60 che si interrogano sul paesaggio urbano “riprendono scritte, segnali e insegne presenti nelle strade di Roma e, in seguito, contengono lettere, frecce e numeri neri tracciati su tela, carta o altri supporti bianchi“. Poi ritroviamo anche la ricerca nel naturale con aggiunte di elementi concreti come terra, cactus, lana, carbone, cotone e fuoco nelle opere del 1967.

Kounellis considera le proprie opere in maniera multisensoriale infatti alcuni suoi lavori possono essere suonati come uno spartito e anche danzati, senza dimenticare l’aspetto olfattivo “il caffè, prosegue negli anni Ottanta con sostanze come la grappa, per uscire dai limiti illusori del quadro, abbracciare il mondo dei sensi e congiungersi con il caos vitale della realtà“.

Non manca neanche il fuoco con il quale l’artista greco si cimenta alla fine degli Anni ’60 con la “margherita di fuoco” che potente e rigeneratore cambia la prospettiva portando il visitatore ad una ricerca interiore che lo condurrà verso la sua strada. Anche il fumo, legato naturalmente alla combustione e al fuoco, diventa un racconto del trascorrere del tempo, dei mutamenti e della precarietà della vita. “Le tracce di fuliggine sulle pietre, le tele e i muri, che caratterizzano alcuni lavori del 1979 e 1980, indicano un personale “ritorno alla pittura rappresentando anche il dissolvimento e la fine di ogni potenziale azione politica e sociale tramite l’arte“.

Il percorso espositivo è completato da alcune installazioni di grandi dimensioni, realizzate da Kounellis a partire dalla fine degli anni Ottanta. Mensole, costruzioni metalliche, calchi in gesso, pietre, cappotti, bicchieri e ingranaggi meccanici che inglobano lo spazio creando una nuova dimensione, irreale ed evocativa. A completare la retrospettiva anche documenti multidisciplinari come film, fotografie d’archivio, manifesti, progetti teatrali che hanno visto come protagonista Kounellis per conoscere anche queste sfaccettature meno conosciute dell’artista.

MaZ
Photocredit cover Senza titolo, 1980
in ordine dall’alto al basso
Senza titolo, 2011
Senza titolo, 2013