Ci siamo conosciute tra i banchi di scuola e da allora le nostre strade si sono separate, ma sempre ricongiunte. Stasera torna su Rai Uno (dopo aver recitato ne Il giovane Montalbano) l’attrice (e mia cara amica) Katia Greco torna in prima serata in un ruolo intenso e attuale, quello di Maria Catena nella fiction La Catturandi, nel nome del padre con la regia di Fabrizio Costa.

Sei puntate in cui si racconta l’eterna lotta dello Stato contro la mafia, attraverso l’operato di una squadra speciale di agenti di Palermo. Sul set, tra gli altri, Massimo Ghini, Alessio Boni, Anita Caprioli, Leo Gullotta. Con la Sicilia nel cuore e con un sorriso contagioso Katia ci ha raccontato della fiction e della sua promettente carriera nel mondo del cinema e della tv.

Stasera parte La Catturandi, una nuova fction di Mamma Rai, raccontaci il personaggio di Maria Catena (presente dalla seconda puntata in onda domani 13 settembre alle 21,00 ndr). Come ti vedremo?
Maria Catena è una ragazza che vive in un paesino di Palermo dove la mafia è molto presente. Studia all’università e lavora nel bar di famiglia. Sarà alle prese con un fidanzato molto geloso e pur sembrando una ragazza pura e innocente è la vivandiera di un boss latitante, interpretato da Vincenzo Amato di cui La Catturandi ne segue le tracce.

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Da Scorsese a La Piovra a Gomorra come viene raccontata la Mafia oggi secondo te? E perché questo ‘argomento’ piace tanto?
La mafia è da tempo un tema di forte richiamo spettacolare e spesso è soggetta a una rappresentazione fortemente stereotipata: da una parte viene ancora proposta l’immagine arcaica del mafioso con coppola e lupara e quella della mafia come fenomeno legato all’arretratezza e al sottosviluppo del sud Italia; dall’altra, le organizzazioni mafiose vengono rappresentate come un fenomeno esclusivamente criminale, da contrastare con i soli strumenti della repressione poliziesca.
Credo che questo ‘argomento’ piaccia molto perché lo spettatore medio percepisce e apprezza il cinema come finzione, una finzione che genera miti e vicende favolistiche che, seppure ispirate dalla realtà più cruda, emanano fascino. Sicché, è accaduto, accade e accadrà che certe rappresentazioni finiscano per propagare, spesso al di là delle migliori intenzioni dei suoi autori, il fascino negativo dell´eroe del male.

Vincenzo Amato, Burt Young, Andy Garcia, Giorgio Colangeli, Michele Riondino, Ettore Bassi, hai lavorato con tantissimi attori amatissimi dal pubblico. Cosa hai imparato da ognuno di loro e con chi ti piacerebbe lavorare adesso?
Sono stata molto fortunata perché ho lavorato con dei bravissimi attori, ma, soprattutto delle persone splendide con cui è stato un vero piacere lavorare. Devo dire che da ognuno di loro ho catturato svariate cose che se all’apparenza possono sembrare non rilevanti, in realtà raggruppate insieme mi stanno aiutando ad arricchirmi come attrice.
Ci sono molti attori che stimo e con i quali mi piacerebbe lavorare, la lista sarebbe troppo lunga per cui ve la risparmio!

Raccontaci dei tuoi film preferiti, secondo te quali sono i film da vedere assolutamente?
Io adoro moltissimo i film della Nouvelle Vague perché come diceva Jean-Luc Godard, lo scopo cinematografico di questo movimento era catturare “lo splendore del vero”. A mio avviso un film assolutamente da vedere per chi è un cinefilo come me, è A bout de souffle perché per l’epoca in cui fu girato è un film innovativo che ha rivoluzionato il linguaggio del genere.

Che ruolo ti piacerebbe interpretare adesso? E quale invece avresti amato fare? A che attrice ti ispiri?
Se fosse possibile vorrei confrontarmi con tutti i generi esistenti e interpretare più ruoli possibili. Amo in modo profondo il mestiere dell’attore e ho voglia di mettermi sempre in gioco anche con ruoli a me lontanissimi. Per esempio mi piacerebbe lavorare in un film d’epoca e chissà magari interpretare il ruolo di Giovanna D’Arco, sarebbe fantastico!
Se devo essere sincera non ho un’attrice in particolare a cui mi ispiro.

Raccontaci la giornata tipo di una giovane attrice. Non è tutto così facile come sembra raccontaci qual è stato il tuo percorso artistico…
Fare l’attrice non è per niente una scelta facile, è un percorso molto arduo e pieno di sacrifici. Quando sto su un set a girare un nuovo film o su un palcoscenico mi sento viva e piena di energie, la parte difficile subentra nei momenti in cui non si lavora, momenti fatti di attese, di speranze, di sconforto e io cerco di combattere i tempi “morti” tenendomi in allenamento su più fronti: vado in palestra per mantenermi in forma, leggo molto, mi esercito con la dizione e l’inglese, faccio laboratori di recitazione per mantenere sempre vivo il mio strumento.

In che ruolo ti vedremo prossimamente?
Ho finito da poco le riprese di un film per il cinema Cruel Peter, girato in lingua inglese e ambientato a Messina e in cui interpreto il ruolo della protagonista femminile. Purtroppo al momento non posso svelare nulla sulla trama, ma, vi prometto che presto vi dirò di più!

Martina ZANGHI’

Photo credits: Paolo Stucchi