È tempo di togliere i brutti pensieri: lavorare a maglia può ridurre la depressione e l’ansia, rallentare l’insorgenza della demenza e distrarre dal dolore cronico.

Secondo Knit for Peace , una rete di 15.000 knitters nel Regno Unito che “lavora a maglia per i bisognosi”, ci sono prove sostanziali che suggeriscono che il lavoro a maglia sia benefico sia per la mente sia per il corpo.

L’ente benefico britannico ha condotto una nuova revisione di studi precedenti; inoltre, ha condotto un sondaggio chiedendo a 1.000 membri le loro esperienze di lavoro a maglia.

Questo rapporto rivela solo ciò che già sanno gli appassionati di maglieria: è un hobby meditativo con palesi  effetti calmanti.

Il movimento ripetitivo di “un diritto e un rovescio” che si può trasformare in una morbida sciarpa o uno scialle avvolgente rilascia contemporaneamente serotonina nel cervello, distogliendo dai dolori mentali e fisici.

Secondo un sondaggio pubblicato sul British Journal of Occupational Therapy , l’81% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi più felice dopo una sessione di lavoro a maglia Altre ricerche già condotte nel 2007 dal Benson-Henry Institute for Mind-Body Medicine presso il Massachusetts General Hospital e l’Harvard Training Hospital avevano scoperto che l’atto di lavorare a maglia riduce la frequenza cardiaca di una media di 11 battiti al minuto, provocando uno stato di rilassamento.

Lavorare a maglia aumenta anche il potere del cervello: uno studio ha scoperto che riduce la probabilità di sviluppare un deficit cognitivo fino al 50%

Nel sondaggio di Knit for Peace, le loro scoperte si sono rivelate fedeli alla ricerca: l’86% degli intervistati ha affermato che lavorare a maglia li ha aiutati a rilassarsi mentre circa il 30% ha affermato che aiutava a ridurre l’ansia e la pressione sanguigna, oltre a contrastare la depressione.

Altri intervistati hanno riferito che il lavoro a maglia aiuta ad alleviare l’artrite e il dolore cronico.

È questa una motivazione sufficiente per prendere in mano i ferri (del mestiere) e incominciare con un nuovo modello?

Assolutamente sì.

Silvia GALLI