Quando una donna dice di volere per sé un uomo che la faccia ridere non ha tutti i torti, anzi, significa che ci ha visto lungo.
Attenzione però, ciò non significa che tra un uomo alto snello e aitante e uno buffo e impacciato debba per forza scegliere il secondo, perché ridere non è certo sinonimo di deridere e, soprattutto, a far bene ad una coppia è la condivisione della risata, e non la battuta in sé.

Divertirsi insieme, trovare sempre un motivo per sorridere, rappresenta un collante indissolubile che viaggia di pari passo con l’amore e la condivisione degli stessi valori.

A sostenerlo è anche una ricerca condotta dall’Università del Kansas, che ha coinvolto circa 15mila partecipanti e che è arrivata oltre, ovvero a sostenere che non solo è indispensabile trovare un partner che abbia senso dell’umorismo, ma che abbia il nostro stesso senso dell’umorismo.
Spesso si fa l’errore, infatti, di pensare che il sense of humor sia uguale per tutti, ma non è così. Non a caso, infatti, non tutti ridiamo per le stesse cose e non troviamo divertenti le stesse cose.

In una coppia, poi, si sviluppano dinamiche uniche, che chi sta al di fuori non può capire, nate da una complicità inspiegabile ed impenetrabile. E proprio lì starebbe il segreto: guardarsi negli occhi e intuire il pensiero dell’altro, fino ad allargarsi in un sorriso che nessun altro può capire, ma che proprio per questo è ancora più bello e prezioso.

Non è detto, comunque, che queste “risate a due” siano solo a consolidamento di un legame a lungo termine, perché spesso le coppie si riconoscono al primo sguardo, se in una situazione corale si trovano a ridere per la stessa cosa o a trovare divertente la stessa battuta. Questo aspetto, anzi, può essere uno degli ingredienti che fa scattare la scintilla al primo appuntamento, e sicuramente, se si comincia con una risata e un’occhiata d’intesa, le basi per continuare insieme un buon pezzo di strada ci sono tutte.

Vera MORETTI