Di sicuro avete già sentito il suo nome, Marie Kondo è la regina del decluttering ovvero autrice del best seller mondiale Il magico Potere del riordino, un libro che racconta il metodo giapponese dell’ordine e della pulizia.

Nel libro che l’ha resa una star – si legge nella presentazione – la giapponese Marie Kondo ha messo a punto un metodo che garantisce l’ordine e l’organizzazione degli spazi domestici e insieme la serenità, perché nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in sé stessi, libera la mente, solleva dall’attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell’introspezione e della conoscenza.

Questo successo mondiale è sbarcato di recente anche su Netflix che ha prodotto una serie tv tutta dedicata all’ordine con il metodo Kondo naturalmente, la serie si chiama Facciamo ordine con Marie Kondo (leggi qui tutte le serie tv in uscita a Gennaio 2019). Dopo la messa in onda della prima stagione ci sono state un po’ di critiche ed un po’ di riflessioni taglienti al riguardo. Molti ritengono questa serie tv un flop, un tentativo di aggrapparsi al successone del libro ma senza anima, altri ancora non ritengono sufficientemente allettante l’idea di riordinare e soprattutto non riescono a capire come ci si può arricchire piegando magliette e asciugamani e peggio, guardandolo in tv. Marie Kondo insegna cose di buon senso, piega vestiti e utilizza scatole e scatoline per riordinare case e uffici, come può avere così successo una pratica potremmo dire ordinaria?

Perché guardare Marie Kondo su Netflix?

Nella serie tv viene raccontata in ogni puntata la storia di una famiglia, di una coppia, di alcuni neo-genitori, insomma si entra nella quotidianità delle persone che, a causa di cattive abitudini, disordine e mancanza di organizzazione non riescono ad avere una casa ordinata e questo si ripercuote sulla vita di tutti i giorni negativamente.

Ogni puntata dura circa 40 minuti e ovviamente non si tratta di un thriller avvincente in cui si attende il finale al cardiopalma, anzi, tutto scorre molto lentamente, ringraziamento alla casa compreso (Marie pratica lo shintoismo secondo cui ogni cosa è dotata di spirito e quindi va celebrata e ringraziata).

Lo stereotipo del giapponese pulito e ordinato è inevitabile e Marie Kondo parla proprio in giapponese con il supporto della traduttrice che in inglese comunica con la famiglia e questo non rende troppo veloce la comunicazione. Il risultato è esattamente come ce lo si aspetta, niente di più niente di meno. Niente grasse risate, qualche lacrimuccia di empatia con le famiglie ‘salvate’ e molte pile di abiti in giro. Date a Marie Kondo quello che è di Marie Kondo, una giapponese che sistema cose. Se questo può aiutare qualcuno nella sistemazione della casa e della propria vita, lunga vita a lei e alla sua magia del riordino.

Martina ZANGHI’