È dal 1947 che si celebra Santo Stefano in Italia: per chi trascorre questo giorno in famiglia, il pranzo di Santo Stefano è sempre stato “la giornata degli avanzi”. Vengono infatti riproposti i cibi del cenone della vigilia e dal pranzo del Natale. Esiste una casa  in cui non si siano accuratamente incartati nella carta stagnola fette di salmone  insalate di ogni tipo e salumi tra i più saporiti? Impossibile, da Nord a Sud gli avanzi sono imperativo insindacabile.

 

L’alternativa, gradita soprattutto alle signore che si sono dedicate alle faccende domestiche nei giorni precedenti, è il pranzo al ristorante, in famiglia ma anche in compagnia degli amici di sempre.Una giornata all’insegna del relax.

Per chi l’avesse saltata il pomeriggio di Natale, o per chi desidera il bis: la tombolata è d’obbligo, spesso virata nella versione cultural/moderna di Trivial Pursuit.

Non sono in molti a conoscere la novella che si racconta tradizionalmente ai bimbi a Santo Stefano:
“Molti pastori accorsero ad adorare il figlio di Dio nato in una grotta, le donne portavano con sé i bambini perché la grazia del Signore scendesse su di loro e li benedicesse. Tecia fu tra le tante donne che si recarono ad onorare il Bambin Gesù, ma diversamente dalle altre non aveva ricevuto il dono di un figlio, pur desiderandolo infinitamente.
Quella notte, camminando verso la grotta dove avrebbe portato a Gesù la sua devota adorazione, Tecia desiderò tanto un figlio!

Per fingersi madre in mezzo alle altre prese un masso in braccio ed, avvolgendolo in uno scialle, finse di portare un neonato.
Maria comprese l’inganno della giovane e la interrogò:
“Cosa porti in braccio?”, “Allatto un figlio maschio” – rispose Tecia. La Madre Santa lesse nel cuore della giovane l’ansia di maternità, “Scopri dunque il tuo seno ed allatta il bambino che stringi al cuore” – suggerì Maria a Tecia. La giovane con suo sommo stupore sentì che il freddo masso tra le sue braccia era miracolosamente divenuto caldo e morbido, udì un vagito e poi un pianto, scoprendo lo scialle vide il proprio bambino. Maria, tuttavia, le disse “Ricorda Tecia, questo tuo figlio nato da una pietra morirà con le pietre”.
La Madonna, predisse, in questo modo la morte di Stefano martire.”

E nemmeno tutti sanno che il Doge, a Venezia, in passato era solito banchettare con il proprio seguito in Piazza San Marco dopo aver venerato le reliquie di Santo Stefano custodite nella chiesa dell’Isola di San Giorgio Maggiore. In quella occasione, nobili e popolani sfilavano mascherati: il 26, giorno di Santo Stefano, segnava infatti l’inizio del Carnevale di Venezia. Ma non era l’Epifania che tutte le feste porta via e dà inizio al Carnevale?

Silvia GALLI

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