Siamo ormai rientrati quasi tutti dalle vacanze. Tutti tornati in città, tutti rientrati in ufficio. Ma oggi, che in molte parti d’Italia, è ricominciata la scuola, la sindrome da rientro si manifesta in tutta la sua pesantezza, probabilmente perché l’inizio della scuola con i bimbi e i loro zainetti, sancisce definitivamente la fine dell’estate. Di sindrome da rientro si parla spesso in maniera superficiale, liquidando questo stato come malinconia del mare e delle vacanze, risolvibile con qualche aperitivo fuori con gli amici. In realtà, le cose non stanno propriamente così. Per questo è importante, prima di parlarne, cercare di capire di che cosa si tratta veramente.

Sindrome da rientro: ne soffre un italiano su tre

La sindrome da rientro, che stando ai dati Istat colpisce oltre il 35% della popolazione italiana, in particolare le persone tra i 25 e i 45 anni e coloro che svolgono attività lavorative intellettuali, è una sensazione di disagio fisico e psicologico che si manifesta al ritorno dalle vacanze. Rallentare, staccare la spina e dedicarsi ad attività rilassanti e gratificanti, per poi ritrovarsi nuovamente catapultati nei ritmi frenetici del quotidiano, può costituire uno shock significativo per molti e dare origine a un senso di profondo malessere.

Una patologia vera e propria?

Non si tratta di una patologia vera e propria, bensì di una condizione psicologica transitoria, una risposta dell’organismo allo stress del doversi risintonizzare sui ritmi del tempo feriale e riadattarsi a una quotidianità fatta di responsabilità, impegni e doveri. Sebbene passeggero e destinato a esaurirsi nell’arco di poche settimane, il post-vacation blues può rendere più difficile lo svolgimento delle attività quotidiane e lavorative, specialmente nei giorni subito successivi al rientro.

Sintomi e manifestazioni della sindrome da rientro

Il post-vacation blues può manifestarsi attraverso una serie di sintomi sia fisici che psicologici. Da un punto di vista fisico, alcune delle manifestazioni più diffuse sono stanchezza, stordimento, difficoltà a concentrarsi e affaticamento generale. Spesso, per la tensione accumulata durante la fase di ripresa delle attività quotidiane, possono sopravvenire emicranie e dolori muscolari. In alcune persone possono insorgere insonnia, ipersonnia o inappetenza e anche la digestione potrebbe diventare più difficile a causa dello stress che rallenta il sistema digestivo. Tuttavia, non è solo il corpo a soffrire della sindrome da rientro: questa condizione può avere ripercussioni intense anche sulla psiche.

Sindrome da rientro: Una condizione psico-fisica

La preoccupazione per il ritorno al lavoro o per le incombenze della quotidianità può farci sentire stressati e in ansia. Irritabilità, nervosismo e sbalzi d’umore sono anch’essi sintomi largamente diffusi. Molti potrebbero, poi, sperimentare una sensazione generale di vuoto e tristezza a causa della nostalgia delle esperienze positive esperite in vacanza. Nei soggetti già predisposti, potrebbe, infine, manifestarsi anche la depressione stagionale, un disturbo che, come suggerisce la definizione stessa, è legato alla ciclicità delle stagioni.

Come porre rimedio?

Adesso che sappiamo cos’è, possiamo porre rimedio. Esistono, infatti, alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutarci ad affrontare al meglio il ritorno alla routine quotidiana. Ecco un decalogo di consigli per vivere il rientro in modo più sereno e consapevole e sconfiggere il post-vacation blues:

Rientro graduale: concedersi qualche giorno di assestamento prima di immergersi completamente nella routine abituale può essere di grande aiuto per ridurre l’ansia e accusare meno lo stress da rientro. Se possibile, cerchiamo di tornare dalle vacanze qualche giorno prima che le ferie siano effettivamente finite così da avere il tempo necessario per prepararci con tranquillità alla ripresa, abituarci alla routine in modo più rilassato e riprendere le attività lavorative con gradualità.

Me time”: se durante le ferie abbiamo dedicato del tempo a noi stessi, non priviamocene completamente una volta finite le vacanze. Continuiamo a ritagliarci degli spazi da impiegare con attività gratificanti e a fare ciò che ci piace e ci fa stare bene.

Sonno e alimentazione: riprendere una corretta alimentazione e una buona routine del sonno è essenziale, specialmente se durante le vacanze ci siamo concessi qualche eccesso o abbiamo alterato i nostri ritmi. La respirazione diaframmatica e la meditazione, ad esempio, possono aiutare il rilassamento e favorire l’adattamento ai nuovi ritmi sonno-veglia.

Relazioni sociali: restiamo in contatto con le persone conosciute in vacanza e ritroviamo gli amici che abbiamo lasciato in città. Coltivare le relazioni e stare in compagnia di persone care sono ottimi antidoti allo stress da rientro.

Attività all’aria aperta: finché il tempo lo consente, dedicare il fine settimana ad attività all’aria aperta può essere un vero toccasana. Una passeggiata nella natura, un’escursione in montagna, una gita al mare o un fine settimana fuori città possono darci la sensazione che le vacanze non siano ancora finite del tutto e prolungarne i benefici.

Sport e fitness: mantenere un’attività fisica regolare, evitando la sedentarietà. Ritornare in palestra o fare sport al rientro dalle ferie ci aiuterà a tenere attivo l’organismo e a diminuire lo stress.

Hobby: coltivare le passioni e gli hobby scoperti o ritrovati durante le vacanze può aiutarci non solo a vivere meglio la fase del rientro, ma anche a stimolare la mente e la creatività durante tutto l’anno.

Ricordi di viaggio: anche se sono finite, le vacanze non vanno archiviate o dimenticate. Assaporarne i ricordi, ad esempio riguardando gli album fotografici, ci permetterà di mantenerne vive le sensazioni piacevoli e ci farà sentire ancora lontani dalla routine quotidiana.

Emozioni: la fine delle ferie può essere vissuta da alcuni come un trauma e provocare crisi post-vacanza. Molto spesso, però, è proprio la continua lotta che molti di noi vivono con le proprie emozioni a rendere ancor più difficile il rientro. Riconnetterci con noi stessi, accogliere il nostro sentire e prenderci cura della nostra interiorità sono passi fondamentali da compiere per ritrovare un buon equilibrio emotivo e tornare alla routine con più serenità.

Benessere psicologico: il rientro dalle vacanze può portare con sé ansia, stress e, persino, depressione. Se ci sentiamo sopraffatti dal senso di responsabilità, dalla tristezza, dall’angoscia o dall’insoddisfazione potrebbe essere proficuo parlarne con un professionista. Prendersi cura della propria salute mentale è essenziale per poter raggiungere un benessere complessivo ottimale, al ritorno dalle ferie e durante tutto l’anno.

Sindrome da rientro: ansia anticipatoria

Dopo settimane di svago e relax, ci si aspetterebbe di sentirsi ispirati e pronti a iniziare con entusiasmo, ma la realtà spesso è un’altra. Anche se amiamo il nostro lavoro, il passaggio dalla disconnessione delle vacanze agli impegni e alle responsabilità professionali può costituire una fonte di grande stress e mettere a dura prova il nostro equilibrio psicofisico. Ancora prima di ricominciare, potrebbe manifestarsi un profondo senso di ansia anticipatoria: pensieri e preoccupazioni riguardo al carico di lavoro che ci attende al rientro possono iniziare a farsi strada nella nostra mente già negli ultimi giorni di vacanza, pregiudicandone così la spensieratezza.

Come affrontare il back to work senza stress

Come affrontare, quindi, il back to work senza accusare eccessivamente lo stress da rientro? Ce lo dice la dottoressa Valeria Fiorenza Perris di Unobravo: “Per alcuni riprendere gli impegni e le responsabilità che il lavoro implica dopo un periodo di disconnessione può avere un impatto molto forte, con effetti significativi sul corpo e sulla mente. Per questo, per vivere al meglio il back to work è importante concedersi qualche giorno di assestamento, riprendendo le attività lavorative con gradualità e dando priorità ai compiti meno impegnativi o più piacevoli, per poi proseguire con quelli più complessi o meno gradevoli. È, inoltre, consigliabile ritagliarsi pause più frequenti ed estese, così da aver modo di riadattarsi a poco a poco ai ritmi lavorativi. Infine, è importante non sovraccaricarsi di mansioni già dal primo giorno e tenere sempre a mente che un accumulo prolungato può cronicizzare lo stress da lavoro e portare alla sindrome di burnout”.

Non bisogna, infine, dimenticare l’impatto positivo che il ritorno alla quotidianità dopo la pausa estiva può avere sulla vita di ciascuno di noi. Settembre segna per molti uno spartiacque tra la prima e la seconda parte dell’anno e, come Capodanno, può costituire un momento propizio per riflettere sulla propria vita e fare progetti per i mesi a venire, andando, così, a trasformare la fine di qualcosa di bello nell’inizio di qualcosa di nuovo. Il ritorno dalle vacanze è anche un periodo ideale per rivedere le proprie priorità, prefiggersi nuovi obiettivi e cercare un miglior equilibrio tra sfera personale e lavorativa. Le energie ritrovate durante le ferie possono, infatti, darci la spinta e la motivazione per affrontare nuove sfide o cambiamenti oppure per intraprendere un percorso di crescita al fine di migliorare la nostra vita privata o professionale.

Sindrome da rientro: ricorrere ad un esperto

Certo, le novità possono spaventare: ecco perché ricorrere al supporto di un esperto può aiutarci a comprendere cosa ci spinge a desiderare un cambiamento e provare ad affrontarlo al meglio. La terapia psicologica è un’ottima alleata e può contribuire in modo significativo alla nostra crescita individuale e al miglioramento del benessere mentale, fisico ed emotivo, apportando notevoli benefici a ogni aspetto della nostra vita”, ha concluso la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, Psicoterapeuta e Clinical Director del servizio di psicologia online Unobravo.

P.P.

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