1. “Tutta la vita Raffaella”, hanno detto i concorrenti di The Voice su Rai2 che l’hanno scelta come coach. Sempre biondissima, sempre in forma, sempre rock, sempre energetica, l’abbiamo vista di recente tornare in prima serata in un talent tutto musicale, perché Raffaella, la musica, ce l’ha nel sangue. Ma cosa non sappiamo di lei?

2. Raffaella Carrà all’anagrafe è Raffaela Maria Roberta Pelloni.

3. “Carrà” fu il nome d’arte consigliatole dall’autore televisivo Dante Guardamagna perché tutti le storpiavano il nome in “Palloni” o “Belloni”.

4. Il cognome d’arte fu scelto perché “Raffaella” ricordava l’omonimo pittore rinascimentale; “Carrà” era l’equivalente dell’artista moderno, molto più memorabile.

5. All’estero viene chiamata “Carra”, senza accento.

6. La sua prima scrittura fu nel film “Tomento del passato” di Mario Bonnard dove appariva bambina nel ruolo di Graziella accanto a Riccardo Garrone, Carla Dal Poggio, giusto per far subito qualche nome.

7. Il primo vero banco di prova fu nel 1960 quando recitò una piccola parte ne “La lunga notte del ’43” di Florestano Vancini.

8. Di lei, il critico televisivo Sergio Vastane scrisse: «è una coscia egoista, è una “Madonna Pellegrina, il grande miracolo di guarire i socialisti dalla malattia cronaca del peculato».

9. Suo padre, Stefano Pelloni, se ne andò quando era in fasce e si dice che fosse un bracciante dalle origini “briganti” sin dalla morte di Cesare Borgia (1507).

10. La mamma è nata a Bellaria Igea Marina, aveva un bar ed era una famiglia benestante. «Per me Bellaria era il luogo della libertà, del profumo delle piadine, della gente per cui sono sempre stata la “fiola della Iris“».

Raffaella-Carrà-diva_libro11. A otto anni va via da Bologna per frequentare l’Accademia Nazionale di Danza a Roma, all’Aventino.

12. A 14 anni la sua insegnante Jia Ruskaia le dice che ha le caviglie troppo piccole e che avrebbe dovuto studiare fino a 28 anni per fare la coreografa. Lei scappa e si iscrive alla scuola del “cinematografo”.

13. Nel 1961 Little Tony si prende una cotta per lei sul set del musicarello “5 marinai per 100 ragazze” di Mario Mattòli, nel cui cast c’erano anche Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Il cantante del Cuore Matto dirà di quell’amore pulito e che non andava mai oltre il lecito: «Era bbona bbona. Se proprio me lo volete fa’ di’, Raffaella era una bonazza. Be’, diciamo che il seno non era il suo forte neanche allora. Aveva un bel sorriso, certo, e la faccia simpatica. Ma la carrozzeria diventava ‘na favola dalla vita in giù. L’ho corteggiata a morte. Andavo a prenderla con i fiori e l’Alfa Duemila che allora pochi avevano. Stavamo a casa di lei con il fratello e sua madre era contenta che uscisse con me. Andavamo a passeggiare sull’Appia Antica. No, no, non è successo niente. E’ stato un amore innocente. Lei era molto, come dire, abbottonata […]».

14. E di quell'”abbottonamento”, di quella coscia e di quella danza la Carrà ne ha fatto un marchio di fabbrica del suo operato, da lei stessa definito “da grande artigiana senza essere la prima della classe“.

15. Ha inventato lo show e rotto gli schemi: «In Rai erano sconvolti e, il giorno dopo, anche mia madre mi ha chiamato per chiedermi se ero io veramente», avrebbe detto una volta.

16. Con il successo del varietà “Carràmba! Che sorpresa” (Raiuno) ha fatto versare 625.416 litri di lacrime pari a 17 cisterne (analisi del programma tv di Canale 5 “Target“) e lanciato bellissimi anticipando l’era di Tronisti e bellocci delle soap di Canale 5.

17. Di figli non ne sono arrivati, perché, spiegò un giorno: «Quando il desiderio di un bambino è arrivato, il mio corpo non ce l’ha fatta».

18. Ha ballato con i più grandi, ha intervistato pressoché tutti, è amata da nonne, mamme, giovanissimi. Anche Bob Sinclair ha approfittato della sua vitalità per la cover tormentone di due estati fa “Far l’Amore”. E poi, Enzo Paolo Turchi, Pronto Raffaella, l’amore con Gianni Boncompagni e Sergio Japino, soci e amici che non ha mai voluto sposare ma che affacciano sul suo stesso pianerottolo romano.

19. Perché la Raffa icona gay molto prima di Madonna e Lady Gaga per la quale Tiziano Ferro si vantava cantasse solo per lui; la Carrà modello di tante aspiranti showgirl e finte provocatrici della Tv e madre a tutti gli effetti di Simona Ventura, una cosa l’ha sempre mantenuta in questi 70 anni di onorata vita platinata: «il matrimonio è come La Divina Commedia al contrario: prima viene il Paradiso, poi il Purgatorio e infine l’Inferno».

20. Queste e molte altre chicche sono contenute nel volume di Roberta Maresci “Raffaella Carrà” nella serie di monografie “Donne nel mito” edite Gremese e sono state trasmesse sul Canale Diva Universal dove la fantastica storia della Diva Carrà sono messe al pari di quelle di Anna Magnani, Coco Chanel, Edith Piaf e Maria Callas.

Per chi se la fosse persa, nessun problema: la Raffa ci ha abituato a sorprese e carràmbate, e siamo sicuri che ce ne saranno ancora e ancora per molto tempo.

Paola PERFETTI

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