“Lo smartphone assume oggi un ruolo contraddittorio nella vita di una persona infedele. Può essere allo stesso tempo il miglior alleato e il peggior nemico” spiega Solène Paillet, responsabile comunicazione del sito Gleeden.com, ed è verissimo. Lo smartphone permette una libertà d’azione che i vecchi cellulari si sognavano, ma lascia aperte delle porte pericolose ai visitatori in cerca di informazioni riservate (vedi il partner).

Per questo motivo ben il 71% degli infedeli digitali ha una password a protezione del dispositivo, il 61% si porta lo smartphone ovunque vada, il 48% ha salvato i numeri degli amanti sotto falso nome (addirittura!) e circa uno su tre ha una seconda sim card esclusivamente adibita alle storie extraconugali.

Nonostante tutti questi provvedimenti circa l’80% degli intervistati non lascerebbe il proprio dispositivo per 24 ore nelle mani del partner per nessun motivo. Anzi, piuttosto si sacrificherebbe nei modi più fantasiosi: ma lo smartphone non si tocca. Anche perché non viene solo utilizzato come mezzo di comunicazione, ma pure per altri nobili scopi: innanzitutto inviare immagini, ma anche gli indirizzi degli incontri segreti, poi crearsi un alibi per un ritardo o un’assenza ingiustificata, mandare fiori o regali e persino prenotare camere d’albergo e voli aerei (per le scappatelle).

I luoghi prediletti per le attività digitali “clandestine” sono in assoluto i mezzi pubblici, il posto di lavoro (!) e… i bagni. Sì, proprio la toilette: l’unico momento di assoluta privacy perfettamente giustificata. Gli orari più quotati tra le 11 e le 13 e tra le 22 e la mezzanotte.

Ma nonostante i traditori prendano tutti gli accorgimenti necessari, la stragrande maggioranza di loro non vive tranquilla (ahi, la coda di paglia!) e spesso si fa beccare con le mani nel sacco per l’elevato livello d’ansia accumulato nel tempo.

La domanda giusta allora diventa: ma ne vale la pena? La risposta la conosce solo chi ci sta passando.

Erika POMPILI

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