Le “To do list“, ormai scandiscono le nostre vite. Complice una quotidianità sempre più fitta di cose ed eventi, estremamente incasinata, abbiamo preso l’abitudine, per sbrogliare la matassa e tenere insieme tutti i pezzi, di scrivere liste su liste di cose da fare. Da fare durante il giorno o da fare nel corso del mese, a breve, lunga o media scadenza. Le facciamo a Capodanno, quando compiliamo meticolosamente la lista dei buoni propositi, le facciamo a settembre che, si sa, è il nuovo Capodanno. Non lasciamo perdere occasione per stilarne una nuova, alzando sempre l’asticella delle pretese, sfidandoci ad ogni obiettivo raggiunto. Per questo noi, questa volta, abbiamo pensato di darvi una lista di cose, sì. Ma di cose da non fare. Una To do (Not) list.

Ricordiamoci di non farci prendere dall’ansia. Facile a dirsi, direte voi, tra mille scadenze e circondate come siamo di gente ansiata con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Ma proviamoci, facciamo ordine, stabiliamo delle priorità, respiriamo e seguiamole, ricordandoci sempre che la maggior parte di noi non fa il cardiochirurgo e di conseguenza non salva vite umane. Prendiamoci del tempo per noi, anche solo cinque minuti, di decompressione.

Ricordiamoci di non dire sempre sì. L’importanza del no è sempre stata fin troppo sottovalutata. Caricato di connotazioni negative, abbiamo smesso di usarlo. Per paura di ferire, per timore di sembrare chiuse, per il terrore di apparire poco disponibili. E, invece, no (appunto). Dire di no, spesso, è liberatorio e ci preserva dal fare cose che proprio non abbiamo alcuna voglia di fare.

Ricordiamoci di non sottovalutarci. Siamo piene di difetti. Ma siamo anche piene di pregi. È tanto facile cadere nel loop di vedere solo quello in cui difettiamo. Ed è altrettanto facile entrare nel loop del paragone con altre/i che vediamo sempre più belle e più brave di noi. Con il risultato di buttarci giù ogni volta, di massacrarci fino a farci perdere del tutto la stima in noi stesse. Ebbene scopriamo insieme l’acqua calda: non esistono persone perfette. Impariamo a convivere con i nostri difetti, senza farli diventare motivo di auto-massacro, e cerchiamo di esaltare i nostri pregi. Perché li abbiamo e riconoscerli e dirli ad alta voce non fa di noi delle donne poco umili e presuntuose. Fa di noi delle donne consapevoli.

Ricordiamoci di non essere troppo severe con noi stesse. Impariamo l’arte dell’indulgenza. Sbagliamo e cadiamo. Ci rialziamo. Senza affondare il dito nella piaga, senza dannarci l’anima per non essere state tanto brave da rimanere in piedi per tutto il percorso. Smettiamo di essere troppo severe con noi stesse. Amiamoci un po’ di più, proprio perché consapevoli di essere imperfette e proprio perché sono proprio le nostre imperfezioni a farci essere così umane. E belle.

Ricordiamoci di non giudicare gli altri. Non siamo cattive persone. Ma ogni tanto capita. Capita che in maniera frettolosa e superficiale valutiamo le persone da pochi elementi. Da uno sguardo diffidente, da una parola in meno, da una parola in più, da un errore. Facile è cadere nella tentazione del giudizio superficiale che denota totale mancanza di empatia ed una leggerezza che speriamo non appartenga a nessuno. Taciamo e cerchiamo prima di capire il perché di atteggiamenti e comportamenti.

 

Pinella PETRONIO