Innanzitutto è necessario fare una premessa: noi donne siamo tanto brave a sedurre e a raggiungere i nostri scopi quando a muoverci è una forza sovrannaturale, un desiderio di arrivare che nemmeno noi sapevamo di avere. E allo stesso tempo, siamo altrettanto esperte nel campo della vendetta. A cosa ci riferiamo? Facciamo un passo indietro.

Dominique Gaston André Strauss-Kahn è uno degli uomini più potenti della Terra. Economista e politico francese, membro del partito socialista, è stato più volte Ministro dell’economia nei governi a guida socialista. Direttore generale del Fondo Monetario Internazionale dal 2007 al 2011, la sua scalata all’Eliseo viene bruscamente interrotta da uno scandalo che lo coinvolge: è il 14 maggio 2011 quando viene arrestato a New York con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera di un albergo presso cui alloggiava. Quattro giorni dopo rassegna le dimissioni dalla carica di Direttore del FMI. Nonostante le accuse si siano poi rivelate insussistenti e la procura ne abbia chiesto l’archiviazione il 23 agosto 2011, i guai non finiscono per DSK, come viene spesso abbreviato dalla stampa d’Oltralpe.

A mettere il dito nella piaga sulla vicenda e a sputare nel piatto in cui ha mangiato ci si strauss-kahn-iacubmette Marcela Iacub, giurista e giornalista francese, nonché ex amante di Strauss-Kahn che ha messo nero su bianco la sua vita con l’economista. “Belle et Bete” (La Bella e la Bestia, N.d.r.) diventa un caso in terra francese: l’ex direttore del FMI viene descritto come un essere «metà uomo, metà maiale» che avrebbe trasformato l’Eliseo «in un club scambista». Niente male per uno degli uomini più importanti del mondo.

Nemmeno a dirlo, i quotidiani francesi hanno fatto a gara per pubblicare in anteprima alcuni passaggi del libro della Iacub, che racconta senza peli sulla lingua i diversi scandali sessuali che hanno coinvolto DSK. Secondo la donna, l’uomo non avrebbe avuto alcuna intenzione di diventare presidente della Repubblica: dietro questa decisione ci sarebbe stato lo zampino, o sarebbe meglio dire la spinta, della moglie Anne Sinclair, che dopo tutti questi scandali lo ha lasciato.

«In pochi sapevano che tua moglie aveva fatto di te un cagnolino»; «La parte creativa, artistica di Dominique Strauss-Kahn, quanto c’è di più bello in lui, appartiene al porco e non all’uomo»; «Ero innamorata della persona più odiata del Paese, addirittura del Pianeta»; «Eri vecchio, grosso, basso e brutto. Eri maschilista e volgare, privo di ogni cultura. Ti comportavi come un porco cattivo, non eri più la vittima della società ma il mio boia». Sono queste le parole utilizzate dalla Iacub per dipingere DSK che, sempre secondo l’autrice, detesta le donne e il sesso. «Odia la sola cosa di lui che è libera, la sola parte vera. È solo in questo modo che si può spiegare il legame tossico con la moglie, il caso delle prostitute al Carlton, l’impossibilità di affrontare le sue responsabilità».

Una storia vera che sembra essere uscita dalla miglior pellicola di Stanley Kubrick. Un “Eyes Wide Shut” dei nostri tempi. Peccato che i personaggi siano veri, e che alla volgarità di un uomo così influente si aggiunga la volgarità di chi speculi sulla vicenda.

Giulia DONDONI

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