Antonio Marras, non è uno stilista. Non è uno stilista nel senso stretto del termine. Antonio Marras è un artista. Un uomo che sa fare dialogare, attraverso la moda che è il suo mezzo principe di espressione, diverse discipline, a partire dalla musica, passando per cinema, letteratura e arte figurata. Questa commistione artistica la si percepisce in ogni sua collezione, in ogni sua presentazione, dove è facile – una volta passata la meraviglia – individuare le suggestioni di cui si è nutrito durante l’atto della creazione. Questa commistione artistica, la si percepisce anche nella sua ultima collezione di moda uomo primavera estate 2016, che ha sfilato attorno ad un mare fatto di libri blu, solcato da navi, sulle quali esperti musicisti davano tempo e ritmo ai modelli. Una collezione, come ci racconta in questa intervista, che racconta l’incontro tra i marinai di Alghero e il mondo del cinema, rappresentato, in questo caso da Montgomery Clift nel film “Da qui all’eternità”.

E’ vero quanto si dice degli abitanti delle isole, ovvero che vogliano sempre ritornare a casa?
Assolutamente sì, e questo concetto c’è anche nella mia collezione. C’è sempre la voglia di andare restando, nel senso che c’è il bisogno di esplorare luoghi, mari e situazioni diverse, ma nel contempo c’è anche un’estrema necessità di ritornare sempre a casa. L’Ulisse che è in noi si sposta, ci fa spostare, per mari e oceani. Ma in realtà poi c’è l’esigenza di ritornare. Il viaggio non finisce mai, continua. E ogni porto è una tappa nuova, per poi proseguire.

Da cosa trae ispirazione la collezione?
La collezione è dedicata ai marinai di Alghero che portavano, e portano ancora, la coppoletta, che avete visto in passerella, che ha origini spagnole. Narra l’incontro tra questi uomini di mare, che pescano, e un uomo che arriva dal cinema, che è Montgomery Clift nel film da qui all’eternità.

Come si traduce questo incontro?
Nelle righe dei marinai che sposano le stampe hawaiane, ad esempio. In realtà, credo che tutti i popoli possano trovare un punto di contatto, un luogo dove si possa vivere insieme, in pace e tranquillità. Ho immaginato che questi uomini arrivassero dalle parti più lontane e disparate e si incontrassero nei bordelli o nelle taverne, dopo lunghi viaggi. Uomini che provassero la necessità di stare insieme e conoscersi. E’ un viaggio che parte per mare. Per questo abbiamo scelto di riprodurre in passerella un mare, fatto di libri che simulano le onde che si infrangono sulle barche di questi uomini viaggiatori.

Libri, appunto. Nelle sue collezioni ci sono molti suggestioni letterarie e artistiche…
Sì, per me è importante. Sicuramente la sfilata è il mio modo per fare dialogare le varie discipline, quindi la letteratura, la scenografia, la musica, il cinema, insomma quelle cose che mi piacciono, che mi appassionano, e che fanno parte di me e di quello che sono.

Pinella PETRONIO