Modelle plus size, over 60, con la vitiligine o, ancora, donne comuni. Più si va avanti con il tempo è più sembra che la moda si stia evolvendo verso un concetto di inglobamento delle diversità, non più demonizzate né sacrificate sull’altare di quella che viene definita bellezza oggettiva. Di pari passo a questa evoluzione si muove anche Asos, e-atelier amatissimo dagli appassionati di moda, che primo fra tutti gli e-store ha compiuto una piccola grande rivoluzione.

Per presentare la collezione primavera estate, il colosso britannico, dopo aver inserito le linee Curve e taglie comode, Tall e Petite, ha infatti deciso di usare degli scatti che mostrano un determinato capo indossato da tre fisicità diverse, allo scopo di aiutare  consumatori a visualizzare l’aspetto del capo in base al proprio tipo di corpo. Cosa importantissima se si considera il senso di frustazione derivante dalla disillusione delle aspettative a cui, quando il capo ci arriva direttamente in casa senza essere stato provato, si può andare incontro. Disillusione che può generare senso di inadeguatezza.

Una rivoluzione se pensiamo alle modelle che magre come giunchi, occhieggiano dai nostri schermi, sui siti degli e-commerce. Modelle che spesso e volentieri non rappresentano la maggior parte delle donne reali, quelle che poi andranno ad acquistare il capo in questione. Tre fisicità diverse, quindi, una modella con misure da passerella, una modella taglia 42 e una modella più morbida per capire come effettivamente può starci indosso un abito, diminuendo il numero dei resi e nel contempo la frustrazione. Tre fisicità per sentirsi rappresentate, per identificarsi, per immaginarsi con un determinato abito prima di procedere all’acquisto.

I primi esperimenti sono stati fatti attraverso le tecniche di realtà aumentata e subito notati da una cliente che ha immediatamente screenshottato entusiasta la novità, onde poi postarla su Twitter. La conferma è poi arrivata dal sito che ha confermato la volontà di estendere questa nuova funzionalità a tutto il sito e alla app, per facilitare le consumatrici nella scelta dei capi che meglio si possano adattare al proprio corpo.

La notizia è poi rimbombata in rete, dove è stata accolta con grande entusiasmo dalla maggior parte degli utenti, benché ovviamente, come spesso accade in questi casi, non sono mancate le critiche da parte di chi crede che – bello il gesto ma non basta – Asos non sia stato abbastanza inclusivo nel mostrare diverse fisicità, e da parte di chi crede che se da un lato i resi diminuiranno, è possibile anche che questa mossa renda più difficile fare i resi. Noi, invece, la approviamo in pieno e la sosteniamo, perché siamo assolutamente convinti che sia un passo importantissimo lungo la strada che porta verso l’accettazione di sé.

Pinella PETRONIO