Sorriso soddisfatto e tanta voglia di condividere la propria vita, abbiamo intervistato Gianni Marangoni, detentore ed insegnante del metodo concepito dal padre Giulio Marangoni. Attraverso questo ‘linguaggio’ è possibile imparare a creare i cartamodelli che rendono possibile la realizzazione di capi che indossiamo tutti i giorni. Il sig Marangoni è da poco divenuto direttore del Ged Fashion Institute di Milano dove si imparano, attraverso corsi brevi, annuali o triennali, le professmarangoniioni della moda.

Lei ha un archivio privato incredibile ed ha 50 anni di lavoro alle spalle, come descriverebbe la sua carriera?
Dicono che il tempo passa, siamo noi che passiamo diceva Einstein ed aveva ragione. Io sento di aver dato tanto e questo mi rende orgoglioso, soprattutto perché voglio e sto trasmettendo il mio sapere e la mia esperienza ai miei alunni. Oltre ad insegnare il metodo Marangoni, tutti i miei libri, i miei modelli e tutti i documenti che ho raccolto negli anni sono diventati materiale didattico a cui i miei studenti possono attingere. Un tesoro per gli amanti dell’abbigliamento.

Come si fa ad insegnare?
Insegnare è bellissimo, dà delle soddisfazioni enormi. Dei miei ex alunni adesso hanno ruoli di spessore nell’industria della moda e questo mi ripaga da ogni sacrificio. Quando lei entra nelle vite dei ragazzi hai il più grande dei piaceri della vita. Alla mia età questa è una vera soddisfazione. Bisogna trasmettere passione, il resto deve farlo l’alunno.

Non c’è una ricetta per riuscire in questo settore?
Perseveranza, passione e curiosità. Bisogna essere pronti e attenti e soprattutto avere iniziativa.

Chi è il modellista e quanto è importante nel settore abbigliamento e soprattutto come funziona il Metodo Marangoni?
La figura del modellista è una figura tecnica e serve a trasformare il bozzetto di uno stilista in un modello riproducibile su stoffa. Bisogna conoscere bene i tessuti, conoscere le tecniche di taglio. Siamo proprio a metà tra lo stilista ed il sarto. Si tratta di un vero e proprio linguaggio che traduce bozzetti in abiti attraverso regole chiare e semplici.

Una trasformazione dal bidimensionale al tridimensionale…
Esattamente. E per farlo bisogna padroneggiare un metodo chiaro, proprio il metodo Marangoni ad esempio, permette di realizzare i modelli in modo pratico e veloce. Si tratta di un linguaggio che trasforma un’idea astratta in una effettiva e tangibile sulla stoffa che, una volta cucita darà vita ad un abito, una gonna, una giacca. Una sorta di ingegnerizzazione di un bozzetto. Il modellista è una figura tecnica indispensabile che però racchiude anche delle doti astratte, un lavoro davvero appassionante e stimolante, creativo e allo stesso tempo razionale. Con gli strumenti giusti però diventa appassionante migliorare ogni giorno di più.

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Chi sono i modellisti migliori?
Purtroppo sono sconosciuti, li conoscono gli addetti ai lavori. Si tratta di una figura che non è riconosciuta anche da noi dove il settore dell’abbigliamento è fortissimo. Si mostra l’idea, il brand, ma non chi ha effettivamente creato il modello. Comunque il made in Italy viene molto molto apprezzato in tutto il mondo e questo lavoro è senza dubbio indispensabile per l’industria dell’abbigliamento. Metodologia, esperienza, talento personale sono fondamentali. L’obiettivo di questa scuola è trasmettere queste conoscenze e sfruttare i talenti degli alunni.

Grazie al metodo Marangoni e alla creazione dei carta modelli è nato il prêt-à-porter…
Ogni modello può essere creato su ogni taglia e fisicità ed è proprio da questa cura nelle proporzioni che si riconosce la mano del modellista. Prima gli abiti si facevano solo dal sarto su misura, e avere diverse taglie è stata una rivoluzione come pure avere l’opportunità di fare gli abiti a casa grazie ai cartamodelli. Mio padre ha studiato nei primi Anni ’60 un metodo che permettesse una standardizzazione delle fasi di lavoro e ciò ha reso possibile la creazione di abiti pronti da indossare. Ognuno con la propria taglia, da qual momento in poi, tutti hanno avuto ed hanno ancora adesso nel 2016 la possibilità di indossare gli stessi abiti.

Quanto tempo ci vuole per diventare modellista?
Per imparare il metodo ci vogliono tre anni perché è un percorso completo da fashion designer. I tre anni sono da consigliare perché si ha la possibilità di esprimersi al meglio e di imparare a 360° questo mestiere. Ci sono comunque anche corsi annuali o più brevi.

È un mestiere ricercato?
Sì, trovare modellisti bravi non è semplice e le Maison di moda sono sempre alla ricerca di queste figure professionali. Sì si cerca l’esperienza ma i giovani modellisti hanno dalla loro la freschezza, la capacità di interpretare le nuove tendenze e questo talento può essere sfruttato per una carriera di successo nel settore.

Con che stilista ha amato lavorare?
Le sorelle Fontana, affinità lavorativa ed emotiva reciproca. Una bellissima collaborazione che è durata molti anni.

Martina ZANGHI’