Le giornaliste di moda non temono il carboidrato. Non si spiegherebbe altrimenti la foga con cui si avventano sui panini al prosciutto dei ricchi buffet allestiti per foraggiare il popolo fashionista fiaccato da 3 giorni di sfilate, tacchi alti e neve. Oppure, le suddette giornaliste, hanno patito talmente tanto la fame per arrivare magre come acciughe al grande appuntamento con la moda, che per evitare di svenire ai piedi di Donatella Versace si sono, per forza di cose, dovute piegare al nemico: il carboidrato. Si dovrà pur mangiare qualcosa con questo freddo che continua a impensierire i fashionisti?

Eh già perché la neve ha destabilizzato anche loro che hanno dovuto rinunciare all’ipotesi di andare in giro con i sandaletti e senza calze oltre a dovere accettare l’idea di infilarsi il cappotto piuttosto che poggiarlo soltanto sulle spalle, come s’usa in questo periodo.

Apre la terza giornata di Milano Moda Donna Moschino che per l’autunno inverno 2013 2014 ha allestito una scenografia teatrale: un enorme cornice dorata come quelli degli specchi delle case nobiliari di campagna inglesi, da cui fuoriescono a coppia o da sole le modelle. La colonna sonora la dice lunga su quello che sarà l’ispirazione della collezione: si parte con Wanderwall degli Oasis per arrivare ai Blur, passando per i Verve. La Gran Bretagna e, più in particolare, la Scozia rivivono nei kilt, negli abiti in tartan che si aprono in gonne a pieghe o vengono movimentate da balze e ruches, ma anche nei cappotti dal sapore equestre. E proprio al mondo dell’equitazione, Moschino, ruba il cap e lo decora con stemmi che riportano l’iniziale del nome della maison. Iniziale che ritroviamo anche nei grandi orecchini dorati, che pendono dai lobi delle modelle, e ricamato sulle gonne. Spezzano questa tartan-mania, rigorosi completi da uomo gessati, portati con camicie candide e papillon. Trionfano, poi, il bianco e il nero: cappottini ladylike mossi sul fondo da piccole ruches, giubbini da biker avvitatissimi e abitini bicromi. Il rosso chiude le danze con lunghi abiti che scivolano morbidi sul corpo, tailleur in tessuto broccato e minidress con gonna svasata damascati.

Il nuovo sport olimpico di talune giornaliste di moda è collezionare i cuscini delle sedute della sfilata di Etro. Non è infatti strano vedere uscire dalla location impettitissime donne con la sportina ricolma di cuscini in stampa paisley, abilmente trafugati dai posti dei colleghi vicini. Una volta saccheggiate le sedute ci si può dedicare a guardare la collezione disegnata da Veronica Etro che porta in passerella un piccolo capolavoro di geometrismo e colore. Linee pulite, volumi costruiti e spigolosi per abiti che vedono protagonisti assoluti il tessuto e le stampe. Il motivo jaquard tanto caro alla maison viene ripreso ma stilizzato, portato al limite di un astratto geometrismo mixato a stampe di ispirazione moscovita o indiana. Eccezionale il lavoro sui capispalla, egg shaped, con spalle voluminose, parka bordati di pelliccia e giubbini con maniche di pelle.

La donna pensata per l’autunno inverno 2013 2014 da Paolo Gerani per Iceberg ha nostalgia di quel periodo di incoscienza e spensieratezza che sono stati gli anni ’80: maxi pull con enormi scolli a boccale e inserti di pelle, capispalla a uovo, con spalle voluminose così come quelle delle giacche, che si stringono leggermente in prossimità delle ginocchia, zip décor e colori accecanti come il giallo, il turchese e il fucsia. Gli abiti diventano, poi, un terreno d’incontro tra vari materiale in un patchwork colorato di pelle, maglia e pelliccia.

È una moda colta e concettuale, invece, quella che porta in passerella Gabriele Colangelo, penna illuminata e futuro del domani che sarà, che si ispira alla fotografia di Laurent Segretier. Sfilano donne completamente di bianco vestite, avvolte in cappotti privi di reverse, che indossano gonne lunghe e fascianti abbinati a giacchine a sei bottoni, minidress o lunghi gilet smanicati di lana tricottata e sfrangiata. Poi il bianco si contamina con il nero, che si allunga striando e macchiando di colore immacolate bluse con manica a tre quarti. Il nero diventa grigio, nei tailleur ancora una volta privi di reverse, e lascia spazio al rosso che tinge, quasi per sbaglio, il fondo di lunghi cappotti o il principio di abiti, per diventare assoluto nel minidress da portare con scarponcini ultra flat.

Pinella PETRONIO