La storia della moda è piena di grandi donne. Donne che si sono distinte non soltanto per la bellezza delle loro creazioni, ma anche perché con il loro mirabile contributo hanno messo, ciascuna a modo proprio, importanti mattoni per costruire la strada dell’emancipazione femminile. E se di Coco Chanel si parla spessissimo, c’è un’altra donna di cui, a nostro avviso, non si parla mai abbastanza. Madeleine Vionnet, sua coetanea, è, infatti, meno conosciuta presso il grande pubblico, benché molto nota tra gli addetti ai lavori per le innovazioni apportate nella moda del tempo e che ancora oggi vengono utilizzate nella fase di creazione.

Madeleine Vionnet, una pioniera

Pioniera e visionaria, secondo molti è stata proprio Madeleine Vionnet a liberare le donne dal corsetto, benché tanti attribuiscano la maternità di questo atto sovversivo a Coco Chanel. Ed è stata ancora lei ad inventare il taglio sbieco: un innovativo modo di tagliare il tessuto in diagonale rispetto alla trama e all’ordito. Invenzione questa che brevetterà per evitare che la concorrenza potesse replicarlo e copiarlo. E sarà proprio questo nuovo taglio a consentirle di creare abiti straordinari, che vestivano la donna, valorizzandone forme e movimenti, senza mortificare le linee naturali del corpo.

Abiti drappeggiati e scivolati

Madeleine Vionnet creerà modelli modulabili su ogni tipo di fisico: vestiti drappeggiati, in cui anche le cuciture diventavano parte del disegno artistico dell’abito, e scivolati, a cui donerà un movimento mai visto prima, simile a quello dell’acqua, scardinando le regole e facendo da apripista a chi sarebbe venuto dopo di lei, gettando così le basi dell’alta moda del futuro.

Madeleine Vionnet, citazioni sulla vita e sulla moda

Noi oggi vogliamo ricordare il suo incredibile genio con alcune delle sue citazioni più famose che la raccontano.

L’abito non deve appendersi al corpo, ma seguire le sue linee. Deve accompagnare chi lo indossa e quando una donna sorride l’abito deve sorridere con lei.

Il gusto è la sensazione che permette di distinguere tra ciò che è bello e ciò che è semplicemente spettacolare.

Il couturier dovrebbe essere un geometra, dato che il corpo umano traccia figure a cui dovrebbero adattarsi i materiali.

Le decorazioni mi piacciono solo se vengono dopo l’architettura di un abito.

Se si può parlare di scuola Vionnet, ciò deriva soprattutto dal mio essere stata nemica della moda. C’è qualcosa di superficiale e volatile nei capricci stagionali e sfuggenti della moda che offende il mio senso della bellezza.

Se una donna sorride, deve sorridere anche il suo vestito.

All’inizio avevo paura, credevo che nessuno avrebbe amato i miei vestiti; io li mettevo, ma dato che ero tracagnotta, non ero una buona mannequin…mi piacevano e li mettevo per la mia comodità.

P.P.