Sfila Alessandro Michele di Gucci e il mondo della moda si ferma. Si ferma per capire, si ferma per ammirare, si ferma per darsi il tempo di metabolizzare. Si ferma per mettere in ordine quel susseguirsi frenetico di input che arrivano dagli abiti che si susseguono in passerella. È il primo giorno di Milano Moda Donna e Alessandro Michele fa subito fermare tutti, catapultandoli in un mondo ancora più frenetico di quello che è il cadenzato ritmo degli show e delle presentazioni.

Tra le, ormai, più attese della Milano Fashion Week, la collezione per la prossima Spring Summer 2016 2017 racconta il mondo parallelo del suo creatore, in un caotico quanto opulento alternarsi di abiti dai colori accesi e pop, mixati ad altrettanti abiti dall’anima dark. Gucci riporta in vita epoche e culture lontane e diverse, le sovrappone, le mescola, le fa vivere l’una accanto all’altro senza stridere. Come se fosse sempre stato così. Come se fosse tutto giusto. Inconfondibile la firma del designer, il suo animo ludico, che dà vita ad un caos ordinato di luccichii e colori, che ricerca gli accenti orientali e note futuristiche.

Enfant Terrible Metropolitane. Così si presenta, invece, la donna di Francesco Scognamiglio che per la primavera estate 2017 porta in passerella una garçonne che indossa abiti mini, lavorati con pizzi scultorei e impreziositi da ricami luminosi e macro perle. Omaggio la mondo maschile, la donna di Scognamiglio sceglie doppiopetto, maglie oversize in cashmere e giacche dall’animo militare. Una “maschietta” che non vuole però rinunciare al vezzo dei tessuti jacquard, agli ori e alle perle che richiamano la Cina Imperiale, né alla delicatezza di nuance sorbetto o brillanti come il fucsia, il verde acqua e l’azzurro. Le camicie maschili extra large diventano mini abiti, mentre gli stivali in maglia, ispirati al guardaroba da uomo, avvolgono la caviglia e il polpaccio.

E se la donna di Scognamiglio è un po’ maschia, superfemminile è invece quella di Wunderkind che porta in passerella quella che potremmo definire l’eleganza delle curve, con una collezione che vuole essere un omaggio alle forme dell’Infanta di Velázquez. Vita alta, torace sagomato e fianchi accentuatissimi interpretano una sensualità barocca, rivisitata con un’attitudine moderna e ribelle nel contempo. I tessuti vivono una sorta di dicotomia: alle sete, leggere che danno forma e sostanza ad abiti che sembrano mossi dal vento, si affiancano il popeline, la rafia dei tailleur e gli inserti in plastica dei cappotti. Tagli, ricami e lavorazioni impreziosiscono, svelando un animo couture.

Pinella PETRONIO