Sembrava di vedere Patty Pravo intonare “La bambola” sul palco del Piper alla sfilata di Fay primavera estate 2013. Aquilano e Rimondi hanno dato un’iniezione di energia grazie ai colori, esaltati dall’effetto vernice, e piacevolmente frivoli: verde mente, arancione e rosa. Servono gambe sottili per indossare gli abiti corti e le minigonne da portare con giacche di nylon stampate, una vita sottile attorno cui stringere un cinturino e una fluente chioma da raccogliere in una leziosa coda alta.

Ed in effetti sembra la minigonna la protagonista indiscussa dell’estate, del resto come celebrare altrimenti il suo cinquantesimo compleanno? Rivoluzionaria al suo apparire nel negozio dell’ormai leggendaria Mary Quant, non perde il suo appeal. Lo sanno bene Moschino e Michael Kors: dai caleidoscopici disegni geometrici nel primo caso, colorate o a righe nel secondo, entrambi i brand suggeriscono di indossarle con maglie o giacche dalle maniche lunghe che ricompongono un giusto equilibrio.

C’è uno di quei contrasti di cui solo la moda è capace nel riferirsi anni ’60, perché se da una parte sono gli anni delle piccole grandi rivoluzioni femminili e dei giovani ribelli senza causa, che si scoprono e rivendicano la libertà del proprio corpo, dall’altra c’è l’eleganza bon ton di cui sono sinonimo. Accanto alla bellezza fresca della modella Twiggy, da parrucchiera a icona della moda nel giro di un paio di mesi, c’erano alcune delle dive più celebrate della storia del cinema.

Ad una di queste si è ispirata Frida Giannini: Elizabeth Taylor rivive nei caftani vacanzieri, nelle lunghe tuniche arricchite da vistosi gioielli in resina. Gli abiti di Gucci della primavera estate scivolano sul corpo senza segnare forme, riflettono il senso di libertà di una diva in vacanza o di una donna degli anni ’60 su cui non si era ancora abbattuta la rivoluzione del power dressing. Un po’ come per i tubini damier di Louis Vuitton, delicati che sembra di sciuparli ad indossarli, dalla lunghezza al ginocchio che fa tanto bon ton o in versione mini per le più giovani. Ed in un momento sembra di essersi tuffati nel quadro di uno dei precursori della Op Art.

Andrea VIGNERI

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