di Fabio CASATI

Amanda Beard ha solo 30 anni ma tante cose da raccontare: i successi nel nuoto, l’attività di modella, la maternità, ma anche un’adolescenza difficile che l’ha vista finire nel tunnel della droga e nell’alcol. Tutta la sua vita è racchiusa nell’interessante autobiografia intitolata “In the water they can’t see you cry” (“Nell’acqua non possono vederti piangere”), uscita proprio in questi giorni negli Stati Uniti.

Nata a Irvine, in California, il 29 ottobre 1981, Amanda Beard ha assaporato giovanissima il dolce gusto del successo vincendo, a soli 14 anni, addirittura tre medaglie ai Giochi Olimpici di Atlanta: un oro nella staffetta 4×100 mista e due argenti nei 100 e nei 200 rana, la sua specialità. Ma, come detto prima, al di fuori delle piscine la sua vita spesso si tramutava in inferno. Cresciuta col dolore della separazione dei genitori, ha accusato disturbi di personalità (e anche alimentari) che l’hanno portata alla depressione e al ricorso di gesti talvolta estremi come il tagliarsi le vene quando andava incontro a delusioni amorose. L’acqua è la sua ancora di salvezza ma le sue prestazioni non possono non risentirne della vita sregolata che conduce. Così, nei sei anni successivi i suoi risultati sono tutt’altro che esaltanti e, a parte un bronzo nei 200 rana a Sydney 2000, non vede mai il podio nelle occasioni che contano.

La rinascita arriva ai Mondiali di Barcellona, dove vince l’oro sulla stessa distanza e l’argento nei 100 rana e nella staffetta mista. Nel 2004 si conferma la più forte del mondo nei 200 rana, stabilendo il record del mondonei trials statunitensi e confermando l’oro alle Olimpiadi di Atene, a cui si aggiunge il doppio argento nei 200 misti e nell’immancabile staffetta. Subito dopo l’appuntamento olimpico abbandona il nuoto per concentrarsi sulla carriera da modella, che le riserva non poche soddisfazioni. D’altronde, vista la sua notevole bellezza e il suo fisico mozzafiato, non potrebbe essere altrimenti.

Appare senza veli su Sports Illustrated nel 2006 e su Playboy nel 2007, mentre nel 2008 posa nuda per l’associazione animalista Peta, nell’ambito della campagna contro le pellicce. “Preferisco restare nuda piuttosto che mettere un animale morto sulla mia pelle” commentò l’avvenente americana. Proprio in uno di questi servizi ha conosciuto il fotografo Sacha Brown, che poi è diventato suo marito e dal quale ha avuto nel 2009 il piccolo Blaise Ray.

A una cosa Amanda Beard non sa resistere ed è il fascino delle Olimpiadi, dove vanta in tutto sette medaglie. Pur di gareggiare a Pechino è tornata ad allenarsi, ma l’esperienza cinese è stata piuttosto deludente. Ci riproverà a Londra, per la quinta volta. Comunque vada, sarà un successo.